Bologna conquista la prima posizione e si erge a città più “eco-mobile” d’Italia. Vince per un elevato utilizzo del trasporto pubblico da parte dei cittadini e per una buona dotazione di servizi di sharing mobility, ma anche per la ridotta incidentalità e per uno dei parchi circolanti più ricchi di veicoli a basso impatto. Migliora anche la qualità dell’aria.

Parma al secondo posto e Milano al terzo completano il podio, mentre Torino è al quarto posto, seguita da Venezia e Bergamo. Completano le prime dieci posizioni Firenze, Brescia, Prato e Ferrara.

La graduatoria delle città alla ricerca di una mobilità più sostenibile è contenuta nel diciottesimo rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e presentato alla Fiera di Rimini nel corso di MobyDixit, l’evento annuale di Euromobility che ha ospitato la 24^ Conferenza Nazionale sul Mobility Management e la Mobilità Sostenibile e l’Ottava Conferenza Nazionale sui Piani Urbani della Mobilità Sostenibile.

Il rapporto fotografa le principali 50 città italiane: tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e i capoluoghi di Provincia con il maggior numero di abitanti.

“Siamo orgogliosi di questo primo posto – afferma l’assessora Valentina Orioli – che premia il lavoro che stiamo facendo per rendere sempre più sostenibile il sistema della mobilità cittadina, sia attraverso la costruzione di nuove infrastrutture che con il progetto e la gestione dei servizi, e con un’attenzione fondamentale alla sicurezza stradale”.

“Questo diciottesimo Rapporto – sottolinea Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility – conferma, che purtroppo continua a crescere il numero di automobili in circolazione, ma in compenso i cittadini si avvicinano sempre più ai servizi di mobilità condivisa, come anche testimoniato dai dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility. Occorre più coraggio da parte dei Comuni, ma gli esempi di Bologna e Parma, prime fra tutti, lasciano ben sperare, a dispetto degli orientamenti non confortanti che arrivano dall’amministrazione centrale, primo fra tutti il nuovo codice della strada appena approvato in Senato.”