In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha organizzato Quel giorno che… storie, testimonianze e riflessioni sulla violenza contro le donne un evento di confronto tra operatori sanitari, cittadini e istituzioni presso l’Aula Magna del Policlinico di Modena. L’evento, ad accesso libero per tutta la cittadinanza, è stato idealmente aperto dalla scopertura di una targa che intitolata una delle sale refertazioni della Radiologia del Policlinico ad Anna Sviridenko la specializzanda di Radiologia vittima di femminicidio nel giugno scorso.
“In questa giornata – ha spiegato il dottor Ottavio Nicastro, Direttore Sanitario AOU di Modena – in cui in nostro pensiero va alla Dott.ssa Sviridenko e a tutte le vittime di femminicidio, e nella quale rifletteremo insieme su un tema che ci coinvolge profondamente, si rinnova anche l’impegno dell’Azienda e dei professionisti tutti nel perseguire un obiettivo che è allo stesso tempo una battaglia di civiltà: quello di contrastare la cultura della violenza e della sopraffazione nei confronti delle donne. Il persistere di questo orrendo fenomeno spinge ognuno di noi, come singolo individuo e come parte di una comunità, ad affrontare il tema della violenza di genere come violazione di diritti fondamentali della persona. Oggi più che mai, abbiamo la responsabilità di un agire corale e collettivo: ogni gesto, ogni parola pronunciata, ogni forma di ascolto e sostegno, ogni momento di consapevolezza contribuisce da un lato a garantire un supporto adeguato alle vittime, e dall’altro a promuovere percorsi di prevenzione per estirpare le radici profonde della violenza.”
“Abbiamo voluto fortemente realizzare questo evento per affrontare un tema che tocca il cuore della nostra società: la violenza contro le donne. Un fenomeno che non conosce confini geografici, culturali o sociali, e che continua a rappresentare una delle violazioni più diffuse e devastanti dei diritti umani. Come collettività, come istituzioni e come individui, abbiamo il dovere di dire basta. Non basta però indignarsi: dobbiamo agire e avere ben chiara la consapevolezza che il 25 Novembre non è un semplice appuntamento sul calendario, ma deve essere un impegno collettivo nel riconoscere e contrastare una delle più devastanti piaghe sociali. Serve un cambiamento culturale, che inizi dall’educazione, dal rispetto reciproco e dalla parità di genere. Solo così possiamo costruire una società in cui nessuna donna debba più vivere nella paura.” – ha aggiunto la dottoressa Anna Rita Garzia, Direttrice Assistenziale AOU di Modena”.
Dopo i saluti delle autorità, la giornata si è snodata tra diverse testimonianze tutte di grande impatto e interesse. Giovanna Ferrari, Familiare di vittima di femminicidio, terrà un intervento dal titolo Quel giorno che ci dissero: “Vostra figlia si è suicidata”; Francesca Maletti Assessore Sanità Comune Modena, parlerà di Prevenzione e comunità: l’impegno contro la violenza di genere, Luca Masini Procuratore Capo Modena si occuperà del tema La Procura della Repubblica e i reati da codice rosso, Tindara Addabbo Docente UniMoRe, tratterà il tema Politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere: il ruolo della ricerca e della terza missione di UniMoRe; Oriana Pisani Coordinatore infermieristico PS Policlinico di Modena e Valeria Carollo Infermiera PS Ospedale Civile di Baggiovara tratteranno Violenza di genere: quel giorno… in Pronto Soccorso, Stefania Rossi Ostetrica AOU Modena, Oltre… una scelta, Anna Rita Pecchi Radiologa AOU Modena e Docente UniMoRe, terrà un intervento dal titolo Nel nome di Anna… in ricordo della collega uccisa; Rossana Cecchi Direttore Medicina Legale AOU Modena e Docente UniMoRe parlerà de La medicina legale narrativa come prevenzione della violenza sulle donne, Monica Dotti Coordinatrice Centro LDV Consultori familiari AUSL Modena e Coordinatrice Rete interaziendale violenza, parlerà si porrà la difficile domanda Gli uomini che agiscono violenza possono davvero cambiare?
Anna Sviridenko
Anna, assassinata dal marito a quarant’anni l’11 giugno scorso, era una specializzanda in radiologia al Policlinico di Modena. Anna era di origini bielorusse ma viveva tra San Felice e l’Austria, dopo la separazione dal marito modenese. A Innsbruck lavorava già come medico in una clinica privata ma si stava specializzando a Modena per stare vicina ai figli. Il marito la minacciava spesso che le avrebbe reso la vita impossibile se le avesse tolto i bambini o avesse fatto particolari problemi nella gestione familiare. E lei, un sacrificio dopo l’altro, provava a starci dentro e si divideva tra la città italiana di San Felice e Innsbruck nel fine settimana. Ricercatrice e pubblicista.
“Aveva già conseguito una specializzazione in medicina nucleare per cui aveva esercitato presso l’Università di Innsbruck (Austria) producendo anche un’attività scientifica molto rilevante che continuava a produrre perché aveva mantenuto i rapporti originari con l’Università – ricorda il prof. Pietro Torricelli, Direttore dal Dipartimento Diagnostica per Immagini AOU e docente UNIMORE – Qui da noi era entrata nel 2022, perché aveva fatto la scelta di prendere anche la specializzazione in radio diagnostica e frequentava perciò i nostri reparti ed i nostri servizi con enorme profitto. Era una ragazza solare, riservata ma estremamente disponibile. Professionalmente ineccepibile e volenterosa. Per noi è stato uno choc. Qualcosa che ci ha sconvolto e provato in maniera fortissima. Di lei ho un ricordo positivo sia dal punto di vista professionale che umano. L’ultimo turno lo ha fatto sabato mattina, dopo aveva preso qualche giorno di congedo per impegni suoi, personali”.