I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Bologna Borgo Panigale, hanno arrestato un 28enne e un 46enne, entrambi albanesi, durante i controlli alla circolazione stradale. È successo quando i Carabinieri hanno notato un giovane automobilista sospetto che stava transitando a Castel Maggiore. Dopo aver appreso che il veicolo era intestato a una persona gravata da precedenti di polizia e detenuta in una casa circondariale del Nord, i Carabinieri si sono messi all’inseguimento del conducente, senza attirare l’attenzione visto che si trovavano a bordo di un veicolo militare di copertura.

Giunti a Cento (FE), i Carabinieri hanno proceduto al controllo dell’automobilista che dopo aver raggiunto via Cola, si era fermato per consegnare un pacco sospetto ad un camionista. Alla vista dei Carabinieri che si sono qualificati, il camionista si è arrabbiato e ha aggredito i militari per evitare il controllo, ma non c’è riuscito ed è stato identificato nel 46enne albanese, residente a Cento. L’automobilista, invece non ha opposto resistenza ed è stato identificato nel 28enne albanese, disoccupato, domiciliato a Preganziol (TV).

All’interno del pacco che aveva ricevuto il camionista, i Carabinieri hanno trovato 1 kg di una sostanza stupefacente del tipo cocaina. Le operazioni di ricerca sono proseguite nei veicoli e nelle abitazioni dei due soggetti, col supporto dell’Arma locale di Cento e Treviso. All’interno del garage in uso al 46enne, i Carabinieri hanno rinvenuto altra sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso complessivo di 361 grammi, del materiale adatto alla pesatura e al confezionamento della sostanza e 2.500 euro in contanti. A bordo dell’autovettura in uso al 26enne, invece, i Carabinieri hanno trovato altra sostanza stupefacente del tipo cocaina del peso complessivo di 121 grammi e 20.000 euro in contanti.

I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia Bologna Borgo Panigale hanno proceduto all’arresto dei due soggetti, informando subito il Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Ferrara che ne disponeva la traduzione dei presunti responsabili presso la Casa circondariale – Costantino Satta di Ferrara.