Ieri, presso la caserma “Minghetti”, sede Comando Militare Esercito (CME) “Emilia-Romagna” si è svolta una cerimonia solenne per la riconsegna dei resti mortali del Brigadiere dei Carabinieri Gino Pani, deceduto in prigionia durante il secondo conflitto mondiale e sepolto nel Cimitero militare Italiano d’Onore di Francoforte sul Meno.
La cerimonia, presieduta dal Comandante del CME, Colonnello Francesco Randacio, ha segnato un momento di profonda commozione e gratitudine. In rappresentanza delle istituzioni militari e civili, la presenza del Comando Militare Esercito “Emilia-Romagna” ha voluto rendere omaggio a un uomo che, con coraggio e abnegazione, ha incarnato i più alti valori di lealtà e fedeltà alla Patria.
Nel corso della sua carriera, il Brigadiere Pani ha servito il Paese con dedizione esemplare.
Internato in Germania dopo l’armistizio del 1943, è stato uno dei tanti militari italiani che hanno pagato con la propria vita il sacrificio e la scelta di non cedere ai compromessi, subendo le dure condizioni dei campi di prigionia riservati agli Internati Militari Italiani (IMI), diventando simbolo di resistenza e onore.
Il Colonnello Randacio, nel suo discorso, al termine di una breve funzione religiosa, ha espresso il profondo senso di responsabilità e orgoglio nel riportare a casa un eroe caduto per la Patria. “Con questo gesto, non solo rendiamo onore alla memoria del Brigadiere Gino Pani ma riaffermiamo il nostro impegno nel ricordare e rendere onore a chi, come lui, ha scelto di sacrificarsi per un ideale di libertà e giustizia. La sua memoria resterà viva nei cuori di tutti noi, come monito e ispirazione per le future generazioni.”
I familiari del Brigadiere Pani hanno ricevuto i resti con commozione, esprimendo gratitudine per il sostegno delle istituzioni e la cura riservata al ricordo del loro caro.
Con la cerimonia odierna, si chiude un doloroso capitolo della storia famigliare dei Pani, e si rinnova l’impegno di tutte le istituzioni nel tenere viva la memoria di chi ha offerto la propria vita per il nostro Paese.
L’intera operazione è stata curata dall’Ufficio per la Tutela della Cultura e della Memoria della Difesa, struttura alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa, con il compito di provvedere al censimento, la raccolta, sistemazione definitiva delle salme dei militari, deceduti durante il secondo conflitto mondiale.
FONTE: Comando Militare Esercito “Emilia-Romagna”