Coordinato dal Direttore Confesercenti Area Terre d’Argine, Massimiliano Siligardi e introdotto dall’intervento di apertura del Presidente Confesercenti Area Terre d’Argine Wainer Pacchioni, il convegno ha visto la partecipazione del Direttore Regionale di Confesercenti Emilia Romagna, Marco Pasi, dell’Architetta Elena Franco, esperta di politiche attive per l’economia urbana, e dell’Assessora Paola Poletti dell’Amministrazione comunale di Carpi.

“Viviamo in tempi di grande trasformazione economica, sociale e tecnologica. Il commercio di vicinato, uno dei pilastri storici del nostro territorio, si trova ad affrontare sfide senza precedenti. Da un lato, la pandemia ha accelerato cambiamenti strutturali nel modo in cui i consumatori interagiscono con il commercio, spingendo verso il digitale e l’e-commerce. Dall’altro, però, questa evoluzione può aprire a nuove opportunità. Il commercio di vicinato non è solo un’attività economica, ma è un presidio sociale, culturale, un simbolo di identità locale. E’ altresì un presidio in termini di sicurezza: un luogo buio, abbandonato, senza vetrine è un luogo insicuro per chi ci vive, lavora e lo frequenta” afferma Wainer Pacchioni, Presidente Confesercenti Terre d’Argine.

In questi anni, nel nostro Paese, continua Marco Pasi, Direttore Confesercenti Emilia Romagna – abbiamo assistito a una lenta desertificazione commerciale dei centri urbani. Inizialmente a causa di un incremento sproporzionato delle grandi strutture di vendita al di fuori delle città e, successivamente, al diffondersi del commercio elettronico: in Italia nel solo 2023 sono stati consegnati 906 milioni di pacchi, pari a 15 per abitante. Questo ha impoverito i territori e diminuito l’offerta di beni e servizi di base, essenziali per la qualità della vita. Negozi di generi alimentari, librerie, di articoli di abbigliamento, rivendite di giornali sono le attività maggiormente colpite da questo fenomeno. In particolare piccole imprese: ben 23.000 negozi di vicinato hanno chiuso negli ultimi dieci anni, 1 attività su 10 “.

Per contrastare questa deriva, le prime urgenti misure che Confesercenti propone alle Istituzioni, a tutti i livelli, sono un regime fiscale e burocratico di vantaggio per le imprese di prossimità che aprono nei centri urbani minori e nelle aree interne, un fondo per la rigenerazione urbana e la valorizzazione commerciale delle aree e un’imposta addizionale web sulle transazioni delle piattaforme internazionali” aggiunge Pasi.

“È necessaria una grande collaborazione tra il pubblico, l’amministrazione comunale, le associazioni di categoria, il privato e gli imprenditori perché effettivamente il lavoro da fare su gli hub di prossimità è tanto e va portato avanti tutti insieme. Questo al fine di trovare delle soluzioni che possano andare a intervenire sia sulla città pubblica, quindi sul miglioramento dell’attrattività, dell’accessibilità e della qualità dello spazio urbano, ma anche sulla città privata, dove si dovranno trovare le migliori soluzioni per far lavorare ancora meglio le imprese che sono già insediate, e trovare anche le modalità per attirare nuovi imprenditori che possano andare, in integrazione con l’esistente, a offrire sempre più motivi per venire in centro ma anche servizi di qualità per i residenti. Quindi si deve attrarre da fuori ma servire sempre meglio anche il bacino locale. Questo si potrà fare con il percorso che la Regione ha iniziato con l’approvazione della legge 12 e con tutti gli strumenti che man mano saranno messi a disposizione dell’amministrazioni comunali e delle associazioni di categoria” afferma Elena Franco, Architetta ed esperta di politiche attive per il commercio

“Oggi più che mai, è necessario comprendere come possiamo supportare i nostri negozi, le nostre botteghe, affinché possano cogliere le nuove opportunità, mantenendo però viva l’anima e l’essenza delle nostre comunità. Il nostro obiettivo deve essere quello di favorire un’evoluzione armonica tra tradizione e innovazione, affinché il commercio di vicinato non solo sopravviva, ma torni ad essere il cuore pulsante delle nostre città” conclude Pacchioni.