Approfondimenti sul piano della qualità della vita, traguardi raggiunti, e, come sempre, una grande festa: questa la sintesi dell’Open Day svoltosi a Montecatone, appuntamento organizzato in collaborazione con la Fondazione Montecatone Onlus dedicato a incontri e attività volte a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla disabilità.

Primo focus della giornata con il convegno “Sexability – Oltre lo stereotipo: la sessualità nella vita delle persone con disabilità”. Simona Bianchi, Direttore Sanitario dell’Istituto, ha sottolineato l’importanza di questa porzione specifica dell’esistenza, nel percorso che i pazienti affrontano durante il ricovero a Montecatone e soprattutto al ritorno a casa, per riconquistare una vita di qualità.

Davide Villa, medico fisiatra, dirigente dell’Unità operativa Day Hospital, ha illustrato l’insieme di risorse disponibili a MRI per le esigenze sia degli uomini sia delle donne con disabilità – seguite nello specifico da Lorenza Landi.

Manuela Marani, medico fisiatra dell’Unità Spinale, ha presentato le problematiche di tipo clinico che le persone con lesione midollare possono incontrare nell’ambito della sessualità; Maria Giulia Cinotti – anch’ella medico fisiatra dell’Unità Spinale – ha presentato in maniera sintetica i dati raccolti attraverso una indagine proposta alle persone ricoverate, rispetto alla loro esperienza diretta nell’ambito della sessualità ed alle esigenze di carattere informativo e clinico che manifestano.

Valentina Tomirotti, giornalista con disabilità e attivista nella promozione dei diritti, ha poi evidenziato gli ostacoli, di carattere prima di tutto culturale, che spesso ostacolano le persone con disabilità andando ad impattare sulla vita di relazione e sulla sessualità.

Al dibattito, moderato dall’urologo e andrologo Nicola Macchione, sono intervenute numerose persone tra il pubblico o collegate da remoto per esporre domande e dubbi.

Laura Simoncini, Direttore dell’Unità Spinale, ha evidenziato l’utilità di ripetere con regolarità momenti di tipo informativo già durante il primo ricovero successivo alla lesione; ha inoltre sottolineato che per ogni paziente sarà importante concordare i tempi e i modi per un approccio più personalizzato, nel rispetto del diverso interesse che ciascuno esprime in merito ad un tema fortemente connesso con una dimensione molto privata ed intima.

Contemporaneamente, nella festa realizzata nel parco di Montecatone, le assolute protagoniste sono state Giada Rossi e Carlotta Ragazzini, ex pazienti di Montecatone, tornate dalle Paralimpiadi di Parigi rispettivamente con una medaglia d’oro e una di bronzo, entrambe nel tennistavolo, premiate dal sindaco di Imola, Marco Panieri e dal commissario straordinario di Montecatone, Mario Tubertini.

«Tornare in Istituto è sempre un’emozione – ha raccontato Carlotta Ragazzini – perché qui iniziai il mio percorso in questo sport e qui avvenne anche l’incontro con Davide, Vincenzo e gli amici de Lo sport è Vita, la società sportiva imolese con cui sono tesserata. Poi l’incontro con Alessandro Arcigli, direttore tecnico della nazionale paralimpica, che per me fu altrettanto illuminante. Da lui ho capito quanto lo sport può fare bene alle persone con disabilità e grazie a lui ho potuto vedere di persona quanto l’ambiente paralimpico sia accogliente e inclusivo. Ora io e Giada viviamo assieme al Centro Federale di Lignano Sabbiadoro (UD), dove ci alleniamo sei ore al giorno. Questo è stato un altro sogno che si è avverato, perché lei è sempre stata il mio idolo, sin da quando registravo le sue partite per rivedermele ore e ore! Oggi sono felice, non solo per la medaglia ottenuta alle Paralimpiadi, ma perché ho trovato la mia strada nello sport e in particolare nel tennistavolo. Il messaggio che porto a chi sta attraversando un periodo di riabilitazione – ha proseguito – è che se lo vogliamo, ognuno può trovare la propria strada, tramite lo sport o con altri interessi. Venire qui all’Open Day di Montecatone dopo una paralimpiade per me non era immaginabile fino a poco tempo fa invece, eccomi qua!».

A Carlotta ha fatto eco Giada Rossi secondo la quale «lo sport è sempre stato sempre una componente fondamentale nella mia vita e, dopo la disabilità, mi ha permesso di aumentare tantissimo l’autonomia. Ora vivo al Centro Federale, guido l’auto, mi vesto da sola e sono autonoma al cento percento anche grazie al confronto continuo con persone che hanno le mie stesse problematiche. Il mio messaggio per Montecatone? Non sono qui oggi per insegnare nulla a nessuno e so bene che per chi è ricoverato le nostre parole possono sembrare qualcosa di lontano; però ognuno deve sapere che, con i propri tempi, tutto è possibile. Ricordiamoci che è troppo facile dire di avere dei limiti, tutti li abbiamo; più difficile è decidere di oltrepassarli, però spesso basta aprire gli occhi per rendersi conto che le opportunità ci sono e oggi tutti possiamo fare esperienze che, forse per paura, non pensavamo di riuscire a fare!».