Le reti dei canali dei Consorzi di bonifica (Romagna, Romagna Occidentale e Renana) che hanno, loro malgrado, ricevuto – come tutto il resto del territorio alluvionato – l’ondata di acqua e fango proveniente dalle esondazioni dei corsi d’acqua naturali, hanno contribuito e stanno tutt’ora contribuendo, grazie all’impiego straordinario di uomini e mezzi, allo smaltimento e scolo delle acque eccedenti.

Pur non potendo, per competenza, intervenire direttamente su fiumi e torrenti, la rete artificiale, spesso intersecandosi con quella naturale riceve, in casi di piena alluvionale, una quantità di risorsa idrica logicamente sovradimensionata per le stesse dimensioni idrauliche del proprio asset infrastrutturale. Ma l’impegno delle maestranze a supporto è stato immediato e già dalle prime ore tutti gli staff tecnici dei Consorzi associati ad ANBI Emilia Romagna hanno dato il loro supporto: Ferrara, Piacenza e Parma, Burana e Emilia Centrale, oltre ai Consorzi da Veneto, Lombardia e Umbria: Delta Po, Acque Risorgive, Adige Po, Bacchiglione, Terre di Gonzaga, Navarolo, Consorzio di bonifica delle Marche, Consorzio dell’Umbria oltre a Vigili del Fuoco, Regione Veneto e Società Autostrade, tutti si sono resi disponibili per il fine comune di salvaguardia del territorio.

Il Canale Emiliano Romagnolo, opera destinata alla funzione di irrigazione, a causa della rotta del Senio, ancora una volta ha ricevuto – come nel Maggio 2023 – l’acqua del fiume svolgendo, di fatto, il ruolo di cassa di espansione comprensibilmente fino alla sua massima capienza, distribuendo su un fronte di 10 km i flussi esondati per poi scaricare a valle. Grazie alle manovre effettuate (sezionamento del canale e scarico dei volumi nel Savio per oltre 1 milione di metri cubi) è stato limitato l’impatto dell’esondazione dallo stesso CER sia in termini di quantità che di durata della fuoriuscita. Dalla mattinata di ieri il CER ha ripreso il suo regolare funzionamento. Tutti i Consorzi dell’Emilia-Romagna associati ad ANBI hanno dato la loro disponibilità di intervento supportando i Consorzi in maggiore difficoltà così come i Consorzi di Veneto e Piemonte.

Le diverse fasi di manovra tecnico-idraulica sono state coordinate dall’Unità di Coordinamento dei Consorzi ANBI istituita presso la Protezione Civile regionale. Il bilancio complessivo delle attività svolte e di quelle in corso di realizzazione ha visto l’impiego di una trentina di pompe mobili nelle zone nevralgiche delle aree alluvionate tra Argenta, Lugo e Bagnacavallo, di cui 5 del Consorzio Bonifica Renana e 12 del Consorzio Romagna Occidentale. Le pompe mobili smaltiscono 150 mila metri cubi di risorsa al giorno e complessivamente ad oggi sarebbero oltre 500 mila i metri cubi allontanati dai comprensori allagati; inoltre, anche il deflusso cosiddetto “a gravità” della rete di canalizzazioni, dove raggiungibile dalla rete naturale, ha dato il suo rilevante contributo.

Ad oggi le pompe in azione costante sono a Vallesanta, nel Comune di Argenta. Il CER ha potuto allontanare nel Savio circa 300 mila metri cubi al giorno per tre giorni. A tal proposito si evidenzia ancora una volta che il Canale Emiliano Romagnolo ha una funzione vocata all’irrigazione, ma che tutto l’anno fornisce anche acqua per uso potabile in area Ravennate (grazie al potabilizzatore di Ravenna), uso che non è potuto venire meno anche durante gli eventi alluvionali. Già in queste ore, per esempio, alcune imprese (naturalmente non afferenti alle aree colpite, essendo il CER lungo 133 km da Ferrara a Rimini) hanno già inoltrato richiesta di risorsa idrica per l’approvvigionamento delle colture tardive.