Il protocollo d’intesa che a luglio 2023 i promotori Comune di Modena, Fondazione di Modena, Fondazione Teatro Comunale e Conservatorio Vecchi-Tonelli hanno firmato per dar vita al Modena Belcanto Festival, in prosecuzione della pluriennale esperienza di Modena Città del Belcanto, presenta il bilancio positivo dell’iniziativa che, nella sua prima edizione, si è svolta fra maggio e luglio 2024.

La concentrazione dei consueti eventi di Modena Città del Belcanto in un ristretto periodo di tempo e in forma di festival era stata pensata per meglio sostenere l’attrattiva cittadina nei confronti di un pubblico sia nazionale che internazionale, per facilitare il sostegno regionale e statale, oltre che di sponsor privati, e per spostare la funzione celebrativa di alcune delle manifestazioni in nome di una rinnovata identità di Modena Belcanto fra tradizione, innovazione, contemporaneità e nuovi linguaggi. L’iniziativa si è rivelata, già a partire dal primo anno, una formula vincente, ottenendo un immediato riconoscimento fra i “Progetti Speciali” cofinanziati dal Ministero della Cultura e classificando la “Modena Belcanto Masterclass” in testa ai progetti di formazione finanziati da Regione Emilia-Romagna e Fondo Sociale Europeo.

Con un vasto programma, variegato di artisti, generi e forme spettacolari, che ha attestato ancora una volta Modena fra le eccellenze della lirica nazionale, il Modena Belcanto Festival è stato lanciato in coincidenza dell’acquisizione della “pratica del canto lirico in Italia” fra i patrimoni UNESCO dell’umanità. Il cartellone si è sviluppato in maniera diffusa portando il pubblico nei luoghi della musica modenese, come il Teatro Pavarotti-Freni e i Teatri della provincia, quali Sassuolo e Nonantola, alla Casa Museo Luciano Pavarotti ma anche in spazi inusuali della vita culturale cittadina, quali musei, chiese e biblioteche, sia al chiuso che all’aperto, per coinvolgere il pubblico nella dinamica di una manifestazione che ha voluto proporre la musica lirica in maniera diversificata anche da un punto di vista della fruizione e del contesto performativo. Altra novità del Festival è stata la sua natura partecipata, che ha raccolto l’adesione di enti quali la Fondazione Luciano Pavarotti, Associazione Leone Magiera, Associazione Amici dei Teatri Modenesi, Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Modena, Associazione Musicale Estense, ATER, Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Fondazione Cineteca di Bologna, Fondazione Teatro Carani, Musica Canto Parola e Sala Truffaut.

Il programma ha coinvolto personalità della lirica quali Leone Magiera, Ruth Iniesta, Ruzil Gatin, Gregory Kunde, Maria Teresa Leva e Fabio Sartori; rappresentanti della vocalità contemporanea come Hatis Noit, Marina Herlop e Cristina Zavalloni; giovani interpreti usciti dai corsi di alto perfezionamento nonché personalità trasversali dal mondo della musica e della cultura quali Stefano Massini, Serena Dandini, Stefano Mancuso, Gad Lerner, Enzo Bianchi e Giovanni Bietti. I tanti appuntamenti, compresi quelli che fra giugno e luglio sono stati proposti dalla Fondazione Luciano Pavarotti, hanno coinvolto una platea di oltre cinquemila spettatori, dei quali oltre tremila su spettacoli a pagamento.

La contaminazione tra generi e stili, dalla tradizione lirica alle tante espressioni della contemporaneità fra classico e popolare, la diffusione degli eventi nei diversi luoghi culturali del territorio, la partecipazione in rete di enti e istituzioni, il rapporto con la formazione e la promozione dei giovani interpreti, sono gli ingredienti di un Festival che nella sua seconda edizione verrà proposto in una formula più intensiva e in un arco di tempo ancora più concentrato, fra l’ultimo fine settimana di settembre e il primo week-end di ottobre 2025. Il nuovo assetto è pensato per poter meglio assecondare, secondo un modello ampiamente diffuso, la frequentazione di un pubblico dedicato di turisti e appassionati provenienti da fuori città. Per la stessa ragione, e per evitare l’inconveniente di temperature elevate all’interno di sale e teatri, gli organizzatori hanno ritenuto necessario sposare la manifestazione dalla primavera/estate all’autunno di ogni anno.