Mancano 48 ore alla riunione del tavolo a Bologna e l’assessore regionale alle Attività produttive Vincenzo Colla ha lanciato nel modo più potente un messaggio alle multinazionali statunitensi Medtronic e DaVita: la vicenda del loro marchio Mozarc a Mirandola è diventata un fatto di interesse regionale, nazionale ed europeo. Qui si gioca una grande battaglia italiana: difendere il suo valore, i suoi prodotti e il lavoro significa evitare che questo asset del Made in Italy venga prosciugato e poi realizzato in Cina o in Sudamerica”.

Così Lisa Vincenzi (Filctem Cgil) e Alberto Suffritti (Femca Cisl) sintetizzano l’assemblea che Colla ha tenuto nello stabilimento di Mirandola, diventato l’epicentro del braccio di ferro tra visione finanziaria delle multinazionali e tutela dell’innovazione e del lavoro.

Era stracolma l’area logistica all’interno dei capannoni Mozarc. Dopo aver incontrato le Rsu, di fronte a centinaia di lavoratrici e lavoratori Colla ha parlato per quaranta minuti, interrotto da ben dieci applausi. Al suo fianco l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, i deputati Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra, il Presidente della Provincia Fabio Braglia con la consigliera Maria Costi e i sindaci del distretto biomedicale. In collegamento costante anche la senatrice Vincenza Rando.

L’AD MEDTRONIC GUIDA CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI
Gli scenari che contempla Colla potranno essere solo due: o la collaborazione di Medtronic e DaVita per la riconversione produttiva e la reindustrializzazione o una lotta senza precedenti che già ora sta unendo il distretto coi suoi comuni, la Provincia di Modena, il Parlamento, il Governo. Una lotta che a breve arriverà al parlamento europeo e che sta già colpendo in modo pesante la reputazione di Medtronic e DaVita. Un messaggio spedito all’Ad di Medtronic Italia, Paola Pirotta, peraltro Presidente di Confindustria Dispositivi Medici.

DAZI CONTRO I PRODOTTI CINESI, ALLEANZA COL MINISTERO DELLA SALUTE      “Durante il covid eravate eroi e ora siete trattati come scarti. C’è qualcosa che non va. Il biomedicale è strategico perché salva vite umane”, incalza Colla. E’ tempo che il Paese protegga il distretto con tutti gli strumenti possibili. A cominciare dai dazi, che l’assessore invoca contro chi, come la Cina, piazza sul mercato biomedicale italiano ed europeo prodotti realizzati calpestando i diritti e, soprattutto, succhiando le risorse della Sanità pubblica. “Non è l’Europa che vogliamo, adesso basta”, tuona l’assessore, proponendo un’inedita “alleanza col Ministero della Salute”.

STOP ALLA CHIUSURA O MOBILITAZIONE SENZA PRECEDENTI                                “La prima cosa che diremo al tavolo del 26 giugno sarà di non avviare nessuna procedura fino a quando non sarà trovata una soluzione condivisa. Se Medtronic e DaVita parleranno di reindustrializzazione e di riconversione ci saremo con tutti i mezzi disponibili – ha sottolineato Colla –. Se sceglieranno la chiusura di Mirandola saremo contro di loro con tutta la nostra forza e una mobilitazione senza precedenti. A queste multinazionali diciamo: cambiate registro”.

 

LE STOCK OPTION VENDUTE DAL NUMERO 1 DAVITA POCO PRIMA DELL’ANNUNCIO DELLA RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE
Il registro da cambiare è quello della speculazione finanziaria messa davanti al lavoro: “Medtronic è il secondo gruppo biomedicale più importante del mondo. Ha fatturato 32 miliardi di dollari, ha 95.000 dipendenti nel mondo, vende in 160 Nazioni e nel 2024 ha distribuito agli azionisti miliardi di dollari. Un centesimo di questi soldi sarebbero sufficienti per la reindustrializzazione del sito di Mirandola”. Ancora: “Il direttore di DaVita ha venduto 5.000 azioni delle sue stock options pochi giorni prima dell’annuncio della ristrutturazione del gruppo, guadagnando 700.000 dollari. Un’operazione inaccettabile per l’Emilia-Romagna, grande regione manifatturiera”.

IN BALLO LA REPUTAZIONE SUI MERCATI DI MEDTRONIC E DAVITA
Ed è qui che Colla affonda il colpo su un tema strategico: l’attacco alla reputazione dei marchi Medtronic e DaVita, colpita dalla mobilitazione che sta trasformando il caso di Mozarc a Mirandola in una vicenda di “interesse nazionale”. Colla ripete più volte il concetto, ribadendo che “questa vicenda è solo all’inizio, se sceglierete di andare sulla finanza, guardando a Wall Street e calpestando la vita delle persone, la vostra reputazione è in gioco e si chiamerà vergogna. Attaccheremo i manifesti sui comportamenti finanziari che state tenendo”.

CALPESTATO IL DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI
Gualmini, fresca di riconferma a Bruxelles, spiega che “non esiste che ci sia la minaccia di 350 licenziamenti. Questa è una terra di innovazione e non diventerà sinonimo di ripiegamento. Continuate a stare uniti, siete diventati un esempio importante che ha acceso i riflettori sul biomedicale, che è un distretto importante per il Made in Italy e ora è necessario che venga tutelato veramente”. Intensi e applauditi anche gli interventi della deputata Guerra (responsabile lavoro per il Pd nazionale) e del Presidente della Provincia Braglia, il quale si è rivolto  al personale Mozarc con una richiesta:  “Dite alle vostre famiglie che le Istituzioni ci sono e che andremo avanti insieme”.