Creare una filiera brassicola regionale incentivando e sostenendo la produzione locale delle materie prime, a partire da colture come orzo e luppolo. È l’obiettivo della Legge regionale approvata all’unanimità dalla Assemblea legislativa il 16 aprile scorso che intende così valorizzazione i birrifici artigianali agricoli della regione Emilia Romagna.
“Si tratta di una buona opportunità per la filiera della birra agricola artigianale – commenta il vice direttore di Cia Emilia Romagna, Manuel Quattrini – perché se la filiera verrà supportata nel tempo da un adeguato sostegno economico questa Legge si rivelerà indubbiamente uno strumento idoneo a riconoscere la birra tra le eccellenze agroalimentari della nostra regione. Cia Emilia Romagna è stata tra i principali promotori sostenitori della normativa – dice ancora Quattrini – e fin da subito ha collaborato e preso parte al percorso partecipativo per la realizzazione della Legge formulando proposte tecniche in stretta collaborazione con le istituzioni coinvolte”.
L’Emilia Romagna è, a livello nazionale, tra le principali regioni che ospitano aziende agricole produttrici di birra perché operano sul territorio 96 imprese: 22 nel bolognese, 7 a Ferrara, 12 nel forlivese, 5 a Modena, 16 a parma, 8 nel piacentino, 6 a Ravenna e altrettante nel reggiano, 14 nel riminese.
La legge si compone di 13 articoli che tra le principali misure prevedono: l’istituzione di un elenco dei birrifici artigianali agricoli e la realizzazione di un portale online dedicato, la realizzazione di un logo per che identifichi i birrifici emiliano romagnoli e la creazione di una filiera del luppolo in grado di promuovere un turismo brassicolo. “Riteniamo che il nostro contributo tecnico sia stato utile per l’approvazione di una Legge che conferisce valore aggiunto alla filiera – spiega Riccardo Evangelisti, responsabile territorio ambiente della Cia – a partire dalla coltivazione del luppolo che si affianca alle colture storiche e consolidate del nostro territorio: il testo approvato ha recepito aspetti che abbiamo evidenziato, come l’importanza di un logo che identifichi la birra regionale e la possibilità di rendere la filiera più agevole e snella possibile”.