“Anche per Maserati Modena si è tenuto ieri l’incontro relativo alle uscite incentivate sugli esuberi di personale in applicazione dell’accordo quadro nazionale del Gruppo Stellantis. Accordo non sottoscritto dalla Fiom Cgil perché considerato solo l’ennesimo segnale operativo della dismissione del Gruppo Stellantis in Italia” – scrivono in una nota Rsa Fiom Cgil Maserati Auto Modena e Fiom Cgil Modena.
“Anche a Modena la Fiom Cgil non ha sottoscritto l’accordo sugli esuberi che l’azienda ha quantificato in 150 esuberi su Maserati, più 23 lavoratori a cartellino Stellantis, per un totale di 173 esuberi. Di questi, oltre 130 sono ingegneri e progettisti che dovrebbero garantire le capacità future dell’azienda.
Si tratta di uscite volontarie, ma, in assenza di prospettive credibili, quale lavoratore non si guarderebbe intorno?
Questo su Modena potrebbe determinare la fine del progetto di ricerca e sviluppo che solo qualche anno fa aveva trovato collocazione nell’Innovation Lab del plant di via Emilia Ovest. Oltre ad avere ripercussioni negative sulle capacità produttive dello stabilimento di via Ciro Menotti, e quindi della sua piena ripresa produttiva, e per le ovvie ripercussione sull’indotto.
Maserati, sul sito produttivo di via Ciro Menotti, riconferma gli investimenti previsti sull’Atelier, area di personalizzazione delle vetture, che in fondo non è altro che un nuovo impianto di verniciatura… Ma alla Fiom Cgil restano diversi dubbi: quali auto vernicerà Maserati che sta dismettendo tutte le nuove produzioni in Italia?
Anche qualora l’Atelier funzionasse a pieno regime già a partire da fine 2024, come auspichiamo, sarebbe sufficiente a garantire la piena occupazione (quasi 200 operai) in assenza di nuovi modelli fino al 2025?
Per il 2025 è previsto il nuovo modello elettrico, ma resta la domanda: un solo modello di auto potrà saturare la produzione? Anche qualora l’elettrico diventasse realmente sostitutivo rispetto al motore endotermico, i dubbi sono tanti.
La Fiom Cgil di Modena esprime profonda preoccupazione per il futuro di Maserati a Modena che sembra sempre più un miraggio, e chiede piani industriali seri che garantiscano sviluppo e occupazione”.