«La politica di stretta monetaria che la BCE sta perseguendo per frenare l’inflazione crea un contesto sfavorevole all’apertura di nuove attività. Bisogna però invertire la rotta per permettere ai potenziali nuovi imprenditori di realizzare il proprio sogno e di concretizzare le loro idee imprenditoriali. Questo lo si può fare solo con azioni forti da parte degli organi governativi, investendo sulla cultura del lavoro autonomo e sulle passioni, sull’orgoglio e sulla volontà, qualità veicolate dall’avviare la propria attività dei sogni».
Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, si esprime con queste parole sulla situazione economica e sociale che si sta verificando in questo momento storico. L’ufficio studi associativo ha elaborato un’indagine sui prestiti bancari e sui tassi di interesse. Dallo studio emerge che calano i prestiti bancari e incrementano i tassi di interesse. Le difficoltà nell’accesso al credito portano le imprese a favorire l’autofinanziamento per fare fronte alle proprie necessità di liquidità e investimenti. Come si evince dall’analisi compiuta dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, l’inflazione rallenta per effetto del rientro del costo dei beni energetici: rispetto a gennaio 2023, nel 2024 è lievemente scesa, registrando un -0,2%, mentre il mercato energetico, analizzando lo stesso periodo di riferimento, fa segnare un -35,1% nel gennaio di quest’anno rispetto a quello del 2023.
Per quanto riguarda il capitolo dei prestiti bancari, Modena è la 6^ provincia in Emilia-Romagna per diminuzione più intensa dei prestiti alle imprese con un -6,9%, con un calo più marcato nel comparto dei servizi (-13,1%) e delle costruzioni (-12,6%).
A livello regionale, il tasso d’interesse alle imprese è raddoppiato, passando dal 2,99% del settembre 2022 al 5,91% del settembre 2023. Un incremento che pesa maggiormente sulle piccole e medie imprese, che arrivano a pagare tassi di interesse dell’8%.
A causa del rialzo dei tassi diminuiscono i prestiti chiesti alle banche sia di breve che di medio e lungo termine, mentre aumenta il ricorso all’autofinanziamento (+6% in 4 anni).
«La situazione attuale non è certamente favorevole all’avvio di una nuova attività – conclude Luppi –, ne siamo consapevoli ma come associazione ci attiviamo per promuovere la cultura del lavoro autonomo. E qualche esempio virtuoso c’è, come dimostrano i dati: a livello regionale nel 2022 si sono avviate 12.200 nuove attività, di cui 3.950 gestite da giovani. Nel caso dell’apertura di nuove imprese il ricorso all’autofinanziamento interessa il 94% dei casi, con il rischio però di avere imprese meno capitalizzate e strutturate, meno preparate ad affrontare la competizione di mercato, più selettivo nei primi anni di vita delle stesse. Quelle che tuttavia superano le difficoltà iniziali, in prevalenza legate alla burocrazia e al fisco, crescono velocemente raddoppiando la propria occupazione in 5 anni. Dall’analisi abbiamo capito che le motivazioni alla base dell’avvio di un’attività imprenditoriale sono svariati, dalla volontà di successo personale all’insoddisfazione per il lavoro precedente, passando per le difficoltà di trovare un lavoro stabile. All’inizio tutte le nuove attività riscontrano alcune difficoltà, prima su tutte la burocrazia: ecco su questo dobbiamo lavorare come Paese, snellendo una burocrazia troppo pesante e favorendo l’accesso al credito e ai finanziamenti alle imprese, così da renderle sempre più competitive e favorire la nascita di nuove attività per una diversificazione dell’offerta e un’innovazione continua del territorio».