Via libera alla realizzazione come opera pubblica della viabilità di accesso, da viale La Marmora, all’impianto di stoccaggio e rifornimento di idrogeno, per garantire in sicurezza il rifornimento dei bus nel deposito di Seta spa a Modena. Lo ha deciso il Consiglio comunale all’unanimità approvando, nella seduta di giovedì 21 marzo, il provvedimento urbanistico che prevede anche il parere favorevole alla localizzazione dell’opera pubblica nel Piano urbanistico generale e l’apposizione dei vincoli espropriativi necessari.
Il progetto, come ha precisato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, è in corso d’istruttoria da parte della Conferenza dei servizi e l’obiettivo è quello di ridurre quanto più possibile gli impatti sul territorio. In base alla normativa, l’accesso deve essere separato e distinto da quello ordinario.
L’iniziativa rientra tra quelle previste nell’ambito dell’Hydrogen Valley con il protocollo d’intesa sottoscritto nei mesi scorsi per la creazione di un polo di produzione dell’idrogeno realizzato, nell’area della discarica esaurita di via Caruso, da Gruppo Hera e Snam, con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’Emilia-Romagna. Tra i firmatari anche Unimore, Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess), Consorzio aree produttive (Cap), Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo sostenibile (Enea), Fondazione Democenter Sipe, Camera di Commercio e, naturalmente Seta spa che ha già avviato le procedure per l’acquisto, con fondi Pnrr (sei milioni e 600 mila euro), di 12 bus che saranno alimentati dall’idrogeno prodotto nel polo modenese il quale avrà una potenzialità produttiva di 400 tonnellate all’anno.
Il fabbisogno per i mezzi di Seta è di 50 tonnellate all’anno che possono garantire una percorrenza di 660 mila chilometri e un conseguente risparmio di CO2 pari a 737 tonnellate/anno, rispetto ad autobus alimentati a gasolio.
L’investimento previsto nel protocollo tra Comune, Seta e Agenzia per la mobilità (Amo) per la realizzazione dell’impianto di stoccaggio e rifornimento di idrogeno è di quattro milioni di euro a cui si aggiungere un milione e mezzo di euro per le opere relative all’accessibilità e di ripristino della funzionalità dell’attuale piazzale di deposito e relativi servizi.
Anche altre aziende regionali di trasporto pubblico locale si sono già impegnate per convertire parte della loro flotta a idrogeno. Quest’ultimo, rispetto all’alimentazione elettrica, grazie a una maggiore autonomia, è infatti ritenuto più idoneo ad alimentare mezzi a lunga percorrenza giornaliera, in particolare autobus che percorrono linee extraurbane. La velocità di rifornimento dei mezzi è paragonabile a quella dei veicoli alimentati con combustibili tradizionali.