Il futuro, come noto, è una scommessa. Tuttavia, in questa imperscrutabile lotteria dell’eterogenesi dei fini, è innegabile il ruolo determinante del paziente lavoro artigianale di piccole e grandi maestranze che ogni istante prestano la loro opera (etimologicamente poetica) instancabile affinché quel futuro sia, a tempo maturo, un presente desiderabile. Investire su nuovi linguaggi è, oggi più che mai, un imperativo che la sete di comunicazioni (e comunicatori) sane propone come insito nell’atto creativo stesso: l’arte, come l’araba fenice, trova la sua palingenesi in se stessa solo quando è in grado di investire (valga letteralmente come “dare nuova veste”) e scommettere su voci e progetti freschi, capaci di parlare a un pubblico contemporaneo. Il teatro non fa eccezione, da sempre alla ricerca di un equilibrio tra valorizzazione della tradizione e ricerca, anche estrema, di spinte innovatrici.
In tale solco di lungo corso trova spazio e ragion d’essere il ciclo Compagnie emergenti, in seno alla stagione Primavere del Teatro Piccolo Orologio. Il Centro Teatrale MaMiMò ha il piacere di presentare tre lavori che si inseriscono nel costante impegno di accompagnamento e supporto nei confronti delle giovani formazioni.
Questi spettacoli abitano la zona più sperimentale della rassegna e sono il risultato di invenzioni sul linguaggio di artisti già consolidati nel panorama nazionale o lavori di ricerca di gruppi appena nati.
Si parte venerdì 22 marzo, alle ore 21, quando sarà di scena sul palcoscenico di via Massenet 23 La decapitazione di Marco Gualco, prodotto da Centro Teatrale MaMiMò, Teatro Nazionale Genova e Centro Teatrale Bresciano. Il testo e la regia sono di Riccardo Cacace, che ne cura anche i costumi e il sound design; gli interpreti sono lo stesso Cacace, Matteo Alfonso, Simone Cammarata, Domenico Pinelli, Susanna Valtucci. Con la collaborazione e consulenza artistica di Daniele D’Angelo e Claudia Monti.
Un uomo, da sé presentato come “meschino”, implora il suo boia di ritardare la sua esecuzione per permettergli di raccontare la sua storia. Il boia posa l’ascia e lo ascolta. Da qui si susseguiranno una serie di ricordi, circa le ultime due settimane di vita di quest’uomo, che verranno mostrati al boia nel velleitario intento di impietosirlo. Man mano che i ricordi s’infittiranno, le ragioni di questa condanna a morte verranno a galla, e con loro il segreto che si cela dietro questa presunta meschinità.
“Lo scopo della mia regia”, scrive Cacace, “è far sentire l’assurdo con cui hanno combattuto questi personaggi e far suggestionare il pubblico così come sono stato suggestionato io quando ho fatto la loro conoscenza”.
Sabato 23 marzo alle ore 21 sarà la volta di Illiberis – Fiaba per un padre mai nato, ideato dalla Compagnia Sesti/Contini, per la drammaturgia di Alessandro Sesti e Francesco Bianchi e la regia dello stesso Bianchi. L’opera, prodotta da Centro Teatrale MaMiMò, con il sostegno di La MaMa Umbria International Strabismi e teatro Thesorieri, è interpretata da Alessandro Sesti, Debora Contini e Filippo Ciccioli. Il testo ruota intorno a una domanda: perché le nuove generazioni hanno paura di avere figli?
Nel nostro Paese le nascite non sono mai state così basse dal 1861. Dalle interviste emerge che la prima causa sia la paura di non poter sostenere economicamente la crescita di un figlio, ma in egual misura i giovani parlano di una paura generale per la deriva cui il mondo sta andando. I motivi? Precarietà del lavoro, incertezza sulle condizioni climatiche, economiche e sociali, impoverimento culturale, mancanza di tutele sociali e potremmo continuare ancora a lungo. Ma cosa accadrebbe se il mondo, all’improvviso, avesse un’inversione di tendenza? Così il regista: “Il protagonista, perso nella sua ricerca di risposte che non possono arrivare, si trova catapultato dentro una fiaba che lo vede contemporaneamente narratore, eroe e cattivo. Tra momenti autobiografici e situazioni surreali, Alessandro si scontra non solo con gli interrogativi personali e sociali che lo attanagliano, ma anche con un mondo di fiaba in cui paure, speranze e prove da superare sono portate all’estremo”.
Cala il sipario sulla tre giorni dedicata alle drammaturgie emergenti nel segno di Con grande sprezzo del ridicolo, in scena domenica 24 marzo alle ore 19, prodotto da Network Drammaturgia Nuova, cordata di realtà artistiche e teatrali che ha come capofila IDRA Teatro, Brescia. L’opera, di Fabio Marson, con Filippo Paolasini, Lucia Bianchi e Marco De Rossi della Compagnia Asini Bardasci, è diretta da Filippo Paolasini. Le luci sono curate da Max Mugnai, le musiche da Andrea “Jimmy” Castagnoli, i costumi da Lapi Lou e la scenografia da Marco Scarpa.
Una coppia, appena giunta nella Torino di fine XIX secolo, cerca di adattarsi nella grande città: casa nuova, abitudini nuove, comunità nuova. Il marito, Giuseppe, impiegato al Ministero degli Esteri, un giorno si imbatte, presso il Parco del Valentino, nel recinto di sei nobili Assabesi, ospiti della Grande Esposizione Italiana. Qui rimarrà folgorato dalla bellezza di Kadiga, “la principessa africana”. Questo incontro si trasformerà presto in ossessione, portando a destabilizzare il suo matrimonio con Elena fino a conseguenze inimmaginabili. Ne dice Paolasini, regista e interprete: “L’amore è qualcosa di meraviglioso, quello che prendi, quello che dai, quello che perdi e quello che avrai… questo è quello che risponderò alla prima persona che mi chiederà di questo spettacolo, questo è quello che sta dietro Con grande sprezzo del ridicolo.
INFO E PRENOTAZIONI
Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, promo 18-30 anni €11, soci MaMiMò €10.
PROMOZIONE SPECIALE – ingresso a 3 spettacoli a 20 euro!
Scrivi a biglietteria@teatropiccolorologio.com, ti riserveremo un ingresso personalizzato per tutti gli spettacoli in evento a soli 20 euro!
Per informazioni e prenotazioni: www.mamimo.eventbrite.it, biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178, dal lunedì al venerdì, 9:30-13:30 e 14:30-18:30 e nei giorni di spettacolo.