Proseguire il potenziamento dei servizi del sistema integrato “Modena Zerosei”, proseguendo, in particolar modo, la politica di aumento dei posti nei nidi e di conciliazione con i ritmi della vita familiare. Sono le principali richieste che il Consiglio comunale rivolge all’Amministrazione, approvando, con voto unanime, l’ordine del giorno sui servizi educativi dei nidi e dell’infanzia presentato da Vittorio Reggiani del Pd nella seduta di giovedì 7 marzo. Al momento della trattazione era presente in aula, per le opposizioni, solo il Movimento 5 stelle.
In premessa, Vittorio Reggiani si è focalizzato sulle competenze assegnate dalla legge agli Enti locali sia per i coordinamenti pedagogici territoriali sia per il coordinamento della programmazione dell’offerta formativa, anche nell’ambito, appunto, di un “sistema infanzia” integrato, per bambine e bambini fino a sei anni di età. Un percorso, ha ricordato il consigliere, avviato a Modena nel 2020 con una delibera di Giunta incentrata su sviluppo e innovazione del sistema i“Modena Zerosei”, e la conseguente approvazione del Consiglio comunale di linee di indirizzo per rispondere al diritto all’educazione e alle esigenze di organizzazione familiare.
Attualmente, a Modena, il sistema 0-6 è costituito da 53 servizi dei nidi con 110 sezioni, e 65 servizi delle scuole d’infanzia con 194 sezioni, che comprendono istituti comunali, quelli della Fondazione Cresciamo, della Federazione italiana scuole materne (Fism), quelli in appalto e in convenzione e quelli aziendali e statali. “Davanti a questa varietà di soggetti – ha affermato Reggiani – il modello integrato ha dimostrato un elevato livello qualitativo, costruendo un reale coordinamento dei servizi e una concreta rete organizzativa”.
Ricordando quindi il raggiungimento di alcuni obiettivi significativi, tra quali, la tenuta dei servizi durante la pandemia, l’aumento dei posti nella fascia 0-2 dei nidi, passati da 1.447 a 1.590, ma anche la diminuzione delle rette, l’ampliamento degli orari dei servizi e progetti di inclusione per bambini con fragilità certificate, Reggiani ha sostenuto la necessità di proseguire il lavoro.
L’ordine del giorno, nello specifico, chiede all’Amministrazione comunale di continuare la politica di aumento dei posti nei nidi, anche proseguendo il sostegno ai soggetti che convertono nella fascia 0-3 i propri servizi. Inoltre, si chiede di consolidare il sistema implementando gli investimenti strutturali, e potenziando soprattutto le attività a sostegno dei ritmi familiari. Il documento, infine, chiede al Governo di aumentare le risorse disponibili proprio a favore del sistema educativo 0-6, mentre al Parlamento si chiede di concludere l’iter iniziato nel 2021 per integrare nell’organico Miur gli assistenti all’autonomia e comunicazione degli alunni con disabilità.
Aprendo il dibatto, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha espresso apprezzamento per le richieste della mozione “molto concrete”. Nel suo intervento, la consigliera ha poi chiesto conferma del superamento “di quelle disparità di trattamento del personale che avevano caratterizzato la fase successiva all’avvio del sistema 0-6”. Infine, Manenti ha proposto di istituire un tavolo “fisso” di confronto che preveda anche la presenza delle famiglie “per avere pure un riscontro sulla qualità del sistema”.
“Il contratto integrativo per Fondazione Cresciamo è stato firmato due anni fa, quindi i contratti vanno avanti” ha voluto rassicurare l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, intervenuta al dibattito, aggiungendo che “la vera equiparazione tra le varie figure del sistema educativo spetta al Governo”. A proposito poi del Personale educativo assistenziale (Pea), Baracchi ha dichiarato che “è doveroso istituzionalizzare queste figure all’interno della scuola: è un passaggio oneroso per lo Stato, ma necessario per garantire la piena inclusività dei bimbi”. Infine, l’assessora ha precisato che “il tavolo di confronto con le famiglie è già attivo, poiché previsto dai protocolli di partecipazione”.
Vittorio Reggiani, in aggiunta, ha voluto sottolineare che mettere in rete soggetti con esperienze molto diverse “è un’opportunità che consente a famiglie e bimbi di sentirsi parte di un’unica comunità che partecipa all’educazione: è un’idea molto democratica e inclusiva e di grande valore pedagogico”.