I sindaci reggiani hanno sottoscritto ieri, in occasione della loro assemblea in Provincia, un “Patto straordinario per la legalità”, strumento che oltre ad alcuni impegni morali, dà anche alcune importanti indicazioni concrete. Contestualmente, i sindaci hanno sottoscritto anche la nuova Carta di Avviso pubblico, forse il più avanzato strumento volontario di autodisciplina sui temi della lotta per la legalità, contro le mafie e la corruzione che è stato di recente aggiornato in una nuova e convincente forma.
“Si tratta di un atto volontario, che i sindaci sono stati chiamati a sottoscrivere a titolo personale. Non si tratta di un protocollo di legalità, che ha effetti amministrativi, ma di un accordo di principio generale, in cui si stabilisce una linea politica al di là delle appartenenze partitiche, con reggiana originalità – spiega il coordinatore provinciale Anci e delegato regionale per la legalità, Emanuele Cavallaro, sindaco di Rubiera – Lo abbiamo scritto alla luce delle esperienze che abbiamo attraversato in questi anni mettendo nero su bianco impegni che vanno al di là delle norme e che dunque potevano essere assunti solo in questo modo”.
“L’adesione ci impegna a promuovere i valori del Patto e della Carta all’interno delle nostre amministrazioni come codici di comportamento ai quali ispiriamo la nostra azione”, sottolinea il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni.
Con l’adesione al Patto, i sindaci reggiani si impegnano personalmente “ad applicare, difendere ed innovare costantemente il sistema dei protocolli di legalità sviluppato di concerto con la Prefettura per prevenire e combattere l’infiltrazione mafiosa sul territorio” nonché “straordinarie cautele per la tutela dell’integrità delle amministrazioni comunali, esigendo le dimissioni o l’astensione dai procedimenti decisionali da parte di amministratori o funzionari che siano interessati da interdittive o da esclusione dalle white list, nonché da quanti siano colpiti da provvedimenti per reati connessi alla criminalità organizzata, applicando un “principio di precauzione”, nel rispetto delle norme vigenti”.
Il Patto prevede inoltre che i sindaci individuino “le migliori procedure per raccogliere e far pervenire segnalazioni dal territorio e dai sindaci su situazioni meritevoli di approfondimento”, offrano “la più ampia e franca collaborazione alle forze dell’ordine, alla Procura della Repubblica e alla Prefettura per le rispettive azioni di indagine, repressione e prevenzione del fenomeno mafioso sul nostro territorio” e si attivino “sempre ed in ogni caso, anche tramite l’ufficio legale convenzionato della Provincia, per valutare la proposta di costituzione di parte civile dei Comuni in caso di processi relativi a reati di mafia che riguardino il proprio territorio”.
Trentadue i sindaci presenti all’Assemblea che hanno già sottoscritto il Patto, altri hanno già fatto pervenire la propria adesione da remoto.