Domenica 26 novembre Soliera ricorda i Fatti d’Armi di Limidi del 1944, uno dei rari esiti positivi e non cruenti della lotta di Resistenza che vide la liberazione, all’ultimo momento, dopo un serrato negoziato tra partigiani e tedeschi, di decine di civili destinati alla fucilazione.
L’appuntamento è per alle 9.30, nella chiesa di San Pietro in Vincoli di Limidi, per una celebrazione religiosa a cui farà seguito la deposizione di una corona di alloro alla lapide, posta sul fianco della chiesa, dove il sindaco di Soliera Roberto Solomita prenderà la parola, alla presenza delle autorità cittadine, dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e di un rappresentante del Corpo bandistico Bruno Lugli di Soliera. Alle 11, nel salone parrocchiale, prenderà avvio la presentazione del libro di Marisa Piccioli “Il cobra fuma la pipa” (Giovane Holden edizioni). A dialogare con l’autrice sarà Chiara Lusuardi dell’Istituto Storico di Modena. In occasione delle celebrazioni verrà fatto dono del volume di Lusuardi “la libertà è uno stato d’animo: la Resistenza secondo Mario Bisi”.
Il libro di Marisa Piccioli racconta le vicende del contingente brasiliano in Italia, la cosiddetta FEB, durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1944 migliaia di giovani soldati attraversarono l’Atlantico senza neppure sapere con precisione quale sarebbe stata la loro destinazione. Del resto, si diceva in maniera proverbiale, era più facile vedere un cobra fumare la pipa che dei militari brasiliani combattere in Europa. E invece, la divisione del generale Mascarenhas de Morais arrivò in Italia, e sebbene priva di un addestramento adeguato, seppe farsi molto onore sconfiggendo i nazisti sui campi di battaglia della Linea Gotica e contribuendo così alla Liberazione di importanti territori della Toscana.
Cosa accadde in quel lontano 1944? La mattina del 20 novembre sessanta cittadini furono schierati di fianco alla chiesa di San Pietro in Vincoli, a Limidi di Soliera, in attesa della fucilazione, mentre i nazifascisti cominciarono a incendiare le case del paese. Grazie anche alla mediazione del vescovo di Carpi Dalla Zuanna, la fucilazione venne sospesa e prevalse la volontà di effettuare uno scambio dei prigionieri. Si concluse così positivamente una vicenda unica in Italia, che vide nei fatti il riconoscimento dei partigiani come controparte del comando tedesco.