“Senso di appartenenza, sostenibilità in tutte le sue declinazioni e desiderio di cura dei beni comuni affinché siano belli, accoglienti, vivibili, possibilmente ricchi anche di verde: sono valori condivisi di una comunità, quella reggiana, e sono sempre più espressi anche nel centro storico della nostra città. E’ un percorso virtuoso: credo che queste qualità e desideri non siano mai mancati a Reggio Emilia, la novità – in particolare di questi giorni di dibattito sulla Ztl in via Emilia Stefano e corso Garibaldi – è che questo desiderio sia manifestato con evidenza pubblica dai cittadini in maniera spontanea.
Un ‘sentimento’ che accomuna persone diverse, poiché è trasversale alle diverse categorie, da alcuni poste in contrapposizione tra loro, in cui si è soliti imbrigliare la comunità. La comunità, i mondi della vita, esistono e si fanno sentire.
Il messaggio, che l’Amministrazione raccoglie e condivide, è che il bene comune, lo spazio pubblico chiamato ‘strada’ nel caso di via Emilia Santo Stefano e corso Garibaldi, non è un anonimo ‘erogatore di servizi e funzioni’. Quello che gli stessi concittadini ci dicono è che il bene comune esiste perché prima ancora c’è una comunità e che i servizi sono conseguenza di quella comunità.
Tradotto in mobilità sostenibile: la strada è di tutti, non solo degli automobilisti e dei loro mezzi, ma di tutti coloro che a pieno diritto la frequentano. Non dimentichiamo mai che la strada non è una striscia di asfalto astratta nell’assoluto nulla. La strada per essere tale deve essere affiancata da luoghi, da case, da famiglie che le abitano, vi lavorano, vi studiano.
Ci sono esempi virtuosi di associazioni e comitati – non ultimi quelli di via Ariosto e via Roma, ed ora quello di via Emilia Santo Stefano – che antepongono l’importanza della condivisione dei luoghi e la loro vivibilità, che sempre più si esprime in termini di sostenibilità: qualità dell’aria, qualità dello spazio in cui vivere e passeggiare, ritorno della natura in città e forte richiesta di spazi verdi anche in centro storico.
Si tratta delle tante e dei tanti cittadini che mi stanno scrivendo in queste ore chiedendomi di non arretrare sull’ampliamento della Ztl in corso Garibaldi e via Emilia Santo Stefano, perché arretrare significherebbe rinunciare a una visione di città diversa, che sia inclusiva e a misura di persona. Già lo hanno fatto tante città europee.
Per facilitare la concretezza del dibattito, sono utili alcuni chiarimenti.
‘Zona traffico limitato’, Ztl, che è cosa diversa dalla pedonalizzazione, non vuol dire chiudere il centro, significa invece permettere sempre l’accesso in automobile in una determinata strada o quartiere a chi ne ha diritto e necessità, scoraggiando invece l’accesso veicolare a chi non ne ha bisogno o ha semplici alternative. E’ uno strumento che si usa nei centri storici perché si tratta di ambiti urbani fragili, in cui lo spazio è prezioso e va tutelato, soprattutto dal traffico improprio di attraversamento, come lo sono i 4.000 veicoli al giorno che percorrono corso Garibaldi.
L’ampliamento della Ztl a Santo Stefano è contenuto negli strumenti di programmazione e pianificazione della mobilità reggiana dal 2008; prima nel Pum, ora anche nel nuovo Pums – Piano urbano della mobilità sostenibile – approvato dal Consiglio comunale poche settimane fa. Un Piano che non è avulso dalla visione che questa Amministrazione della città, ma è coerente con tutti gli interventi che sono stati compiuti in questi ultimi 20 anni in centro storico, come la riqualificazione di porta Santo Stefano e della Via Emilia, di piazza Gioberti, via Guasco, piazza Roversi, piazza della Legna (24 Maggio), fino al completamento della Passeggiata Settecentesca con l’intervento su via Ariosto e porta Castello, concluso poche settimane fa. Opere che hanno alzato la qualità architettonica e ampliato lo spazio per pedoni e ciclisti e per una vivibilità nuova degli spazi pubblici, a misura di persone, aggiungendo verde al posto di parcheggi, creando piazze laddove insistevano rotatorie, plasmando nuovi spazi per distese e socialità o di vendita fuori dai negozi. Spazi nuovi, riconquistati, che oggi vogliamo proteggere dal traffico e dallo smog.
Come preannunciato, in queste settimane, che si sono succedute alla fine dei lavori di riqualificazione in via Ariosto e porta Castello, abbiamo iniziato una serie di importanti incontri con tutti i soggetti che saranno coinvolti da questo provvedimento, mettendo in fila richieste e proposte. La Consulta del centro storico, i residenti, le parrocchie e ovviamente le scuole, sia quelle che sono già in Ztl, sia quelle che vi entreranno con l’ampliamento. Ho incontrato personalmente queste persone, un dirigente scolastico alla volta, spiegando tempi e strumenti a disposizione delle famiglie, che avranno franchigia gratuita di parcheggio nelle fasce orarie di ingresso e uscita degli alunni, e la disponibilità di permessi gratuiti per chi avrà comunque la necessità di accompagnare i figli a scuola in auto. Posso dire di aver incontrato un atteggiamento molto costruttivo e collaborativo, da parte di tutte le scuole.
Sono perplessa, ascoltando le osservazioni e le prese di posizione delle associazioni di categoria, che ho incontrato una per una nel mio ufficio già lo scorso dicembre, per aggiornarle rispetto al percorso di approvazione del Pums e che loro conoscevano bene da tempo. In quella occasione avevo sottolineato come ci sarebbero stati provvedimenti la cui attuazione sarebbe slittata necessariamente ai prossimi anni, mentre altri sarebbero stati portati a compimento entro il mandato.
Abbiamo così rassicurato, esplicitamente, le categorie rispetto al fatto che i parcheggi scambiatori più prossimi al centro (Cecati e Polveriera) rimarranno gratuiti, così come rimarranno gratuite le navette dei minibu, servizio strategico del trasporto pubblico locale su cui il solo Comune di Reggio Emilia investe più di mezzo milione di euro all’anno (oltre 680.000 euro, che vanno a sommarsi ai 750.000 euro di contributo per le altre linee urbane): un servizio pressoché unico nello scenario del trasporto pubblico del territorio regionale.
Raccogliere firme e far sentire la propria voce è certamente lecito, come Amministrazione però credo che abbiamo il dovere di essere coerenti con gli strumenti di pianificazione che abbiamo adottato e con gli obiettivi di sostenibilità che ci siamo dati, con indicazioni che ci arrivano per altro anche dalla Regione Emilia-Romagna – che sta lavorando al nuovo Piano Aria, il quale sarà ancora più restrittivo sul traffico – e dalle direttive europee. Obiettivi che molto si fondano, lato mobilità, sulle politiche di riduzione dell’uso dell’auto privata nei centri abitati, di cui l’estensione delle Ztl è uno strumento importante. Credo non sia necessario ricordare il livello di inquinamento della Pianura Padana o il tasso di motorizzazione della nostra regione, uno dei più elevati di Europa: a Reggio Emilia, oltre 673 autoveicoli ogni 1.000 abitanti, contando minorenni, anziani e cittadini senza patente (dati Istat 2019).
Credo che la città oggi sia pronta per questo cambiamento, che arriva dopo una gestazione di almeno 15 anni. Inviterei a non incorrere in posizioni strumentali, fuori dal tempo e dalla storia, che si sta invece muovendo rapidamente verso un cambiamento climatico che lascerà sempre meno spazio ai tentennamenti, e chiederà piuttosto alla politica il coraggio di prendere decisioni, anche difficili o apparentemente impopolari. Questo provvedimento va nella direzione delle comunità virtuose, prova a disegnare un pezzo di quella città che vuole essere vissuta e tenuta viva e non solo attraversata in auto”.
Così Carlotta Bonvicini, assessora alle Politiche per la Sostenibilità.