La recente missione dell’assessore a Bilancio, Welfare e Migranti Daniele Marchi a Pemba è stata l’occasione per un monitoraggio dello stato di avanzamento delle diverse azioni del Progetto MaisPemba, realizzato da Fondazione E35 e finanziamento dall’Unione Europea con 3,8 milioni di euro, di cui un milione di investimenti per infrastrutture pubbliche nella città di Pemba.
Durante la visita, Marchi ha voluto dedicare inoltre un approfondimento specifico all’emergenza sociale e politica più rilevante in questo momento nella regione: la presenza di 200mila rifugiati fuggiti dalla guerra nei territori a nord di Pemba.
HANNO DETTO – “A Pemba – commenta l’assessore Marchi – non abbiamo solamente un Progetto: abbiamo un’intera unità operativa di più di 20 persone con sedi, mezzi, equipaggiamento vario, coordinati da Stefano Cigarini, dipendente di Fondazione E35 e responsabile della gestione dell’organizzazione e del coordinamento dei progetti in Mozambico. Un team che lavora a stretto contatto con l’Amministrazione comunale e regionale. Le relazioni istituzionali tra le due città, Reggio Emilia e Pemba, sono fondamentali perché l’azione di Fondazione E35 si affianca in maniera rilevante a quella delle diverse Ong presenti, in virtù del mandato che la stessa Fondazione ha ricevuto sul tema dello sviluppo di politiche pubbliche locali dalle due municipalità.
“Credo non sia più sufficiente – prosegue Marchi – motivare questa relazione solo sulle basi della storica e importante amicizia, in quanto il contesto locale e internazionale sono fortemente mutati nel tempo. Il Mozambico, terra ricca di minerali e gas, rischia di subire tutte le conseguenze negative del capitalismo ‘estrattivo’ più aggressivo e degli equilibri geopolitici conseguenti. Tanto la guerra nel nord del Paese quando l’astensione di Maputo alla risoluzione Onu di condanna alla guerra della Russia, ne sono un esempio. È necessario quindi trovare ragioni e argomenti contemporanei per rinnovare questa amicizia tra città. Il Progetto MaisPemba consente di rinnovare legami personali, politici e istituzionali in una cornice di cooperazione e solidarietà internazionale di condivisione e non di ‘estrazione di valore’, e possano qualificare Reggio Emilia come città aperta e solidale, disponibile a dare il suo contributo per una crescita globale sostenibile e di pace”.
IL PUNTO SU MAISPEMBA – È stata inaugurata la nuova sede dei servizi di Pianificazione territoriale del Municipio di Pemba grazie ad un investimento di 60.000 euro tramite il Progetto. La stesura dell’equivalente di un Piano urbanistico generale è uno degli obiettivi, a cui sta lavorando un team congiunto di tecnici di Fondazione E35, del Comune di Reggio Emilia e del Municipio di Pemba.
Sono state avviate le procedure per l’aggiudicazione dei lavori (100.000 euro) per la realizzazione, secondo il Reggio Emilia Approach e in collaborazione con Reggio Children e Unimore, della prima Scuola d’infanzia municipale del Mozambico a Chuiba, uno dei quartieri periferici di Pemba, che sta accogliendo anche 10.000 rifugiati interni, vittime del conflitto in corso nella Provincia di Cabo Delgado, dove Reggio Emilia ha già costruito una Maternità e dove è molto forte anche il supporto alla scuola Primaria locale.
Si è tenuta una conferenza di livello nazionale – alla presenza del governatore della Provincia di Cabo Delgado, di rappresentanti di diversi Ministeri e Direzioni provinciali e locali – per illustrate fra l’altro come il Progetto MaisPemba e le attività di cooperazione implementate in Mozambico dalla Fondazione E35, che è espressione del Comune di Reggio Emilia, siano integrate e sostenute in egual misura dalle autorità italiane e mozambicane, avendo al centro politiche pubbliche per lo sviluppo urbano integrato e sostenibile.
Questo significato hanno avuto le visite dell’assessore Marchi al presidente del Consiglio comunale locale, a diversi assessorati della città e soprattutto due nuove relazioni con le Direzioni provinciali di Cabo Delgado, che si occupano di cultura e turismo e di sviluppo economico.
Con Jolanda Almeida, direttrice del Dipartimento cultura e turismo della regione si è concordata la stesura di un documento di collaborazione e intenti per l’avvio di una nuova area di lavoro congiunto tra Reggio Emilia e Pemba sulle politiche culturali: formazione degli insegnanti in area culturale e artistica, promozione del territorio, sviluppo di imprese culturali e creative, documentazione storica della relazione tra Reggio Emilia e Pemba.
Con Nocif Magaia, direttore del Dipartimento sviluppo economico della Provincia di Cabo Delgado si è deciso di avviare un confronto col sistema delle imprese per individuare possibili spazi di collaborazione nel Programma regionale di sviluppo di Parchi industriali.
La missione è stata anche l’occasione per impostare due nuove linee progettuali in collaborazione con altri partner internazionali, sui seguenti temi:
- Lavoro, in partenariato con la Fondazione MozYouth: si prevede la realizzazione di percorsi di formazione lavorativa per giovani e un fondo per il finanziamento di piccole start up locali;
- Sanità, in partenariato con Aifo, Ong emiliano-romagnola: si prevede l’applicazione del ‘metodo’ Città senza barriere per l’accessibilità dei servizi sanitari locali alle persone con disabilità.
GUERRA, PROFUGHI E POVERTÀ – La drammatica emergenza umanitaria dei profughi in fuga dalla guerra interna, nel nord del Mozambico – 200mila rifugiati fuggiti nei territori a nord di Pemba, su un milione nel Paese – è stato appunto l’altro tema della missione dell’assessore Marchi.
Dal 2017 è in corso un conflitto nel nord del Paese dove l’esercito, con l’appoggio di una forza internazionale, sta cercando di contenere le milizie jihadiste di Al Shabaab. Questa guerra ha causato un milione di profughi interni, di cui 200.000 arrivati nella città di Pemba, che ha visto così raddoppiare la popolazione in pochi mesi, mettendo sotto fortissimo stress le comunità e i diversi servizi pubblici.
L’accoglienza dei rifugiati (deslocados) avviene in due distinte modalità: grandi campi profughi all’esterno della città gestiti dalle Organizzazioni umanitarie e una sorta di ‘accoglienza diffusa’ nei diversi quartieri della città. Esistono inoltre decine di insediamenti spontanei nella prima periferia di Pemba, dove migliaia di ‘profughi invisibili’ vengono assistiti dalla solidarietà delle comunità locali.