La circolare del Ministero dell’Interno del 3 Febbraio 2020 evidenzia che la circolazione di mezzi di trasporto con spazi pubblicitari di terzi applicati alla carrozzeria a titolo oneroso, quando non svolgano Servizio Pubblico di linea, è in palese violazione del combinato disposto dell’art 57 del regolamento di attuazione del Codice della Strada e dell’art 23 del Codice della Strada.
In provincia di Reggio sono almeno dieci questi mezzi che circolano con spazi pubblicitari di attività locali a Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Campagnola, Casalgrande, Castellarano, Castelnuovo di Sotto, Cavriago, Correggio, Fabbrico, Montecchio Emilia, Rio Saliceto, Rolo, Rubiera, San Martino in Rio, Sant’Ilario d’Enza, Scandiano e Reggio Emilia. Si tratta, in quasi tutta Italia e nella maggior parte dei casi, di autovetture a tetto alto in uso alle associazioni del territorio, talvolta direttamente al Comune, che prima di essere messe in servizio rendono anche più di 100 mila euro alle società che organizzano la raccolta pubblicitaria e che rimangono proprietarie dei mezzi.
Queste società commerciali difendono i loro interessi, ma nasce un problema sociale che sta scaturendo dal fermo dei mezzi.
Ma da alcuni giorni il problema è stato attenzionato anche nel reggiano dalla “Associazione Report APS”, che facendo chiarezza sul fatto che le norme esistono e vanno applicate, intende però promuovere una urgente azione parlamentare affinché siano emanati i decreti attuativi favorevoli alle associazioni, perché una legge a cui dare attuazione esiste già dal 2010.
“Secondo quanto chiarito dalla circolare del Ministero degli Interni – dichiara l’Associazione Report per i Diritti e per l’Informazione APS, che sta seguendo il caso anche in Emilia Romagna- è urgente colmare immediatamente un vuoto normativo che si trascina dal 2010 in mancanza dei decreti attuativi di una legge già esistente. Il rischio è che i cittadini più deboli rimangano privi di servizi. Riteniamo inoltre che il caso debba anche essere urgentemente sottoposto anche alla Corte costituzionale, poiché la norma attuale è riferita ad un Decreto del Presidente della Repubblica che, regolamentando l’Art. 23 del Codice della Strada, ha introdotto anche divieti già messi in discussione da una sentenza della Corte di Cassazione, che però non fa giurisprudenza. Ciò affinché sia ripristinato il necessario equilibrio tra la necessità di mobilità dei cittadini, l’attività lodevole delle associazioni del territorio e i legittimi interessi degli operatori economici di questo particolare settore della pubblicità”.
Report Associazione APS