In Emilia-Romagna inquilini e proprietari possono rinegoziare i canoni di affitto, e questo anche grazie ad un impegno della Regione Emilia-Romagna, che mette a disposizione 1 milione di euro.

Il meccanismo è semplice: proprietario ed inquilino concordano sulla riduzione del canone. Per l’inquilino, è evidente, c’è una minore spesa. Per il proprietario il vantaggio è avere meno incertezza nella riscossione dell’affitto. A far quadrare i conti c’è il contributo regionale, che va a compensare, in parte, la rinegoziazione.

E per far conoscere questa opportunità, è in partenza una campagna di comunicazione che spiega in dettaglio come aderire a questa opportunità.

Nei prossimi giorni gli Urp dei Comuni dell’Emilia-Romagna, gli Sportelli Casa, le sedi di Acer, le associazioni di Proprietari e Sindacati Inquilini, gli uffici delle Agenzie delle Entrate riceveranno i materiali di comunicazione (brochure in 4 lingue – italiano, inglese, francese, arabo, manifesti, locandine e cartoline) realizzati per supportare la misura delle rinegoziazioni.

Oltre alle brochure e ai materiali informativi, la campagna sarà rivolta ai cittadini attraverso spot radio, spot video, campagna social e inserzioni sui quotidiani locali, allo scopo di diffondere il più possibile la conoscenza di questa opportunità offerta dalla Regione.

“Abbiamo voluto che questa misura avesse la più ampia diffusione e che la conoscenza di questa opportunità potesse raggiungere tutti i potenziali destinatari- spiega l’assessore regionale alla Casa, Barbara Lori-. Il Programma che abbiamo avviato punta a favorire la rinegoziazione dei canoni, consentendo anche l’eventuale modifica della tipologia di contratto, allo scopo di fronteggiare le difficoltà nel pagamento del canone da parte dei nuclei familiari che si trovano in una situazione di difficoltà economica”.

 

Il Programma per la rinegoziazione degli affitti

La Regione ha deciso di mettere a disposizione contributi per i proprietari di alloggi che, d’accordo con i propri inquilini, intendono abbassare il canone di locazione.

In questo modo, gli inquilini potranno ridurre il proprio affitto, mentre i proprietari riceveranno un contributo che andrà a coprire parte della riduzione del canone.

Con il vantaggio per l’inquilino della riduzione del canone d’affitto e per il proprietario di avere meno incertezza nella riscossione dell’affitto e un contributo regionale che va a compensare la rinegoziazione.

Il Programma è sostenuto da un impegno da parte della Regione per 1 milione di euro.

 

Chi può fare domanda

Possono fare domanda gli inquilini di alloggi che si trovano in Emilia-Romagna che intendono concordare con il proprietario la rinegoziazione del proprio contratto d’affitto.

E’ necessario avere la cittadinanza Italiana, o di uno Stato appartenente all’Unione europea, o possedere un permesso di soggiorno di durata di almeno 1 anno o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; un Isee (ordinario o corrente) in corso di validità non superiore a 35.000 euro, essere titolare o contitolare del contratto di affitto ad uso abitativo registrato regolarmente da almeno un anno.

 

Quali le forme di rinegoziazione

Il Programma prevede due tipologie di rinegoziazione. La prima fa riferimento all’abbassamento del canone di affitto libero o concordato. In questo caso la riduzione deve essere di almeno il 20% per una durata minima non inferiore a 6 mesi. L’affitto mensile rinegoziato a carico dell’inquilino non può essere superiore a 800 €.

Il contributo che il proprietario riceverà a seguito della rinegoziazione del canone d’affitto sarà diverso in base ai mesi di durata della rinegoziazione: tra i 6-12 mesi, il proprietario riceverà il 70% del mancato incasso per un massimo di 1.500 € totali; tra 12 e 18 mesi il contributo sarà pari all’80% del mancato introito, per un massimo di 2.500 € totali; oltre i 18 mesi il contributo sarà pari al 90% del mancato introito, per un massimo di 3.000 € totali

Il canone di locazione da considerare è quello specificato nel contratto di locazione, comprensivo delle rivalutazioni ISTAT. Non sono considerate le spese condominiali e accessorie.

La seconda tipologia di rinegoziazione prevede la modifica della tipologia contrattuale da libero a concordato e abbassamento del canone d’affitto. In questo caso, il nuovo contratto a canone concordato non può avere un canone mensile superiore a € 700.

Il contributo che il proprietario riceverà sarà pari all’80% del mancato incasso, calcolato sui primi 24 mesi del nuovo contratto, per un massimo di € 4.000 totali. La riduzione del canone è la differenza tra il canone del contratto originario e quello del nuovo contratto come definito dagli accordi territoriali. Non sono considerate le spese condominiali e accessorie.

 

Le domande

Per presentare la domanda, proprietari e affittuari inquilini devono rivolgersi al Comune in cui si trova l’alloggio o alle eventuali organizzazioni degli inquilini e dei proprietari aderenti.

Sono esclusi dal contributo gli inquilini che nello stesso anno hanno già ricevuto un contributo dal Fondo per l’emergenza abitativa, dal Fondo per la morosità incolpevole o dal Fondo Affitto, oltre da chi è assegnatario di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica o chi ha un contratto di locazione a uso abitativo con categorie catastali A/1, A/8, A/9, cioè immobili di pregio o ville.

Maggiori informazioni si possono trovare a questa pagina , dove sarà possibile trovare informazioni non soltanto sulla misura delle rinegoziazioni ma anche sulle altre politiche regionali a favore della casa.