Si è svolta ieri, in seduta pubblica e in modalità videoconferenza, la riunione della Commissione Consiliare 3a: “Urbanistica, Attività Produttive, Gestione Territorio, Lavori Pubblici, Protezione Civile, Tutela Ambiente, Servizi Tecnologici, Edilizia Economica e Popolare”, nel corso della quale il sindaco Claudio Poletti ha aggiornato sugli ultimi sviluppi riguardanti l’ampliamento della discarica.
In particolare il sindaco ha informato sugli esiti della Conferenza dei servizi dello scorso 9 marzo, durante la quale la relazione del tavolo tecnico di Arpae ha praticamente ribaltato le carte in tavola, assumendo come valori di fondo, nella ricerca di eventuali sforamenti rispetto alla concentrazione delle soglie di contaminazione, proprio quei valori che nelle precedenti rilevazioni erano considerati superamenti delle CSC. Ciò sulla base di quanto stabilisce l’articolo 240 del decreto legislativo 152 del 2016 e secondo la metodologia definita dalle linee guida che dal 2018 ne regolano l’applicazione.
Il sindaco oltre a manifestare dubbi sulle modalità con cui si è arrivati a questo cambiamento di scenario, ha evidenziato anche alcune contraddizioni che emergono dal verbale della Conferenza dei Servizi, nel quale, da un lato, si afferma che permangono elementi di criticità rispetto ai valori di Antimonio e dei Solfati, per la rilevazione dei quali si sostiene siano necessari ulteriori approfondimenti, dall’altro si asserisce che non vi è correlazione tra l’attività della discarica e il potenziale inquinamento riscontrabile nelle acque sotterranee.
Su questi aspetti, ma anche su altri legati ad elementi prettamente tecnici, come ad esempio l’individuazione delle sostanze da analizzare nello svolgimento delle indagini per stabilire il potenziale inquinamento della discarica, e altri ancora di carattere amministrativo, indagherà una task force di consulenti che l’amministrazione comunale ha recentemente ingaggiato. Si sta già occupando degli aspetti più prettamente tecnici il dottor Roberto Chiono, piemontese, chimico, già docente di “Normativa tecnica ambientale e strategie di indagine” all’Università di Torino, perito per diverse procure e consulente tecnico di alcuni tribunali.
Le questioni di carattere più strettamente amministrativo e giuridico verranno invece seguite dall’avvocato Matteo Ceruti, esperto di diritto amministrativo e diritto ambientale, consulente nella redazione di regolamenti, progetti di legge e direttive europee e consulente tecnico presso diversi tribunali. Quale difensore di parte civile ha seguito procedimenti penali per reati in materia ambientale e tutela della salute, tra questi i processi per morti e malattie del petrolchimico di Porto Marghera, l’inquinamento delle centrali termoelettriche di Porto Tolle e di Savona, il pericolo di disastro delle estrazioni di gas metano nell’Alto Adriatico e nel procedimento di indagine per l’avvelenamento da PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) delle falde idriche nelle province di Vicenza, Verona e Padova.