Sottoposta a maltrattamenti, nel passato aveva denunciato e lasciato il marito. Dal 2022 però, su richiesta dell’uomo aveva incominciato nuovamente a frequentarlo anche se non aveva ripreso la convivenza. In questo periodo, in diverse occasioni e in maniera reiterata, ha subito offese, minacce e inaudite violenze dal marito che le intimava di ritirare la denuncia che aveva presentato nel passato. Maltrattamenti fisici e psicologici quelli compiuti dall’uomo che i carabinieri in forza alla stazione di Reggiolo, a cui la donna ha raccontato le nuove vessazioni, hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia.
E’ finito così nei guai per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personale aggravate, un trentaquattrenne residente a Reggiolo. La Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri della stazione di Reggiolo ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna e ai luoghi dalla medesima frequentati e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la persona offesa. Provvedimento di natura cautelare e eseguito dai carabinieri della stazione di Reggiolo che hanno condotto le indagini.
Dalle risultanze investigative è emerso come l’uomo, dal 2022 dopo aver riallacciato i rapporti con la moglie, maltrattava la donna intimandole di ritirare la denuncia che aveva presentato nei suoi confronti per pregresse condotte maltrattanti. In particolare, alle risposte negative della donna la percuoteva con schiaffi al volto e pugni in tutte le parti del corpo, l’afferrava per la gola fino a farle mancare il respiro, le tirava i capelli. In un’occasione ha minacciato di gettarla nel fiume per poi afferrarla per i capelli facendole sbattere la testa sul volante dell’auto. L’ultimo episodio, che ha visto l’intervento dei carabinieri e il collocamento in una struttura protetta per la donna, è avvenuto il 26 marzo: al fine di farle ritirare la denuncia, l’uomo la colpiva con un bastone, minacciando di ucciderla per poi prenderla a schiaffi, pugni e afferrarla alla gola cagionandole lesioni personali aggravate, giudicate guaribili in 15 giorni.
Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.