Ancora una volta, dall’amplificazione esponenziale delle possibilità timbriche e sonore, sul sovrano degli strumenti, grazie all’apporto concertato delle 4 mani sugli 88 tasti, si realizza la trasmissione dell’ineffabile, del mistero, del detto ma in altro modo detto, musicale. Il linguaggio non linguaggio, che evoca parole ma si esprime nel mutismo del concatenarsi logico, ma umanamente illogico e irrazionale, dei suoni e dei ritmi.
La varietà narrativa e pittorica di Carl Maria von Weber, in questi suoi brani iniziatici. Lo spartito ricco di segni grafici, il non-detto mancante della grammatica musicale, apposti con perizia dal grande Arturo Benedetti Michelangeli, mentre segue speranzoso e generoso, i fidati discepoli in duo…
L’impeto romantico ma affettuoso (Ich denke dein, io ti penso…) in un sorprendente Beethoven a 4 mani, eternamente fedele ad una inesorabile tensione morale ed eroica, in ogni dove, nel popolare e nel ballo, come nel sentimento e nello slancio amoroso.
Le linee classiche, pure, architettonicamente ineccepibili, nel gioco a volte ironico ed irrisorio, nel divertimento e dionisiaco abbandono ritmico, nel lirismo sopranile, gaudente ed incipriato a dovere; una consuetudine Mozartiana, al variegato tastieristico.
Vienna. Brahms nobilita, istituzionalizza, germanizza, l’irruenza e il disordine tzigano. Lo porta nelle accademie al cospetto del giudizio colto e scolastico. Lo arricchisce di sapori, di umori, di piaceri umani, di atmosfere densamente fumose. Legalizza ed organizza istinti e vocazioni al caos eversivo…
Il ballo, il valzer, la polka… Il duo danzante nelle ricche e sfarzose sale imperiali… Elegante, distinto.
Con Strauss, si chiude il cerchio delle afflizioni o dei trionfi esistenziali, in una burla verdiana, tra maschere e travestimenti che esorcizzano il tragico e il grave dell’esistenza.
Appuntamento al De André di Casalgrande, domenica 29 gennaio alle ore 17. Ingresso unico a 5,00 euro