Una clinica mobile attrezzata e i professionisti dell’Azienda USL di Bologna a disposizione dei cittadini per educare alla prevenzione cardiovascolare, diffondere corretti stili di vita e offrire consulenze personalizzate.
Torna a Bologna Tieni in forma il tuo cuore, il progetto per la prevenzione del rischio cardiovascolare della Regione Emilia-Romagna, appuntamento annuale in linea con il World Heart Day celebrato lo scorso 29 settembre.
L’avvio alle 10 in Piazza Nettuno, con la partecipazione di Raffaele Donini, Assessore alle politiche per la salute Regione Emilia-Romagna.
Fino alle 18 i bolognesi troveranno i cardiologi dell’Azienda Usl di Bologna per eseguire un check-up gratuito attraverso un semplice test ematico capillare (puntura al dito) per la determinazione del colesterolo, la rilevazione dei principali parametri vitali come pressione arteriosa e indice di massa corporea (BMI) e lo screening della fibrillazione atriale asintomatica. Questi step permetteranno di calcolare il proprio livello di rischio cardiovascolare e ottenere le indicazioni opportune durante il counseling personalizzato con il cardiologo. Il test dura circa 10 minuti ed è rivolto, primariamente, alle persone potenzialmente a maggior rischio. In caso di rischio elevato la persona sarà invitata a contattare il proprio medico di medicina generale e, in caso di riscontro di patologia, verrà garantita una visita presso la cardiologia di riferimento del territorio.
Presenti anche medici, infermieri, dietisti e operatori dei centri anti-fumo del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di Bologna che assieme ai volontari delle associazioni CittadinanzAttiva, Croce Rossa Italiana e AIFIASS.ODV daranno vita a momenti di educazione alla prevenzione cardiovascolare, diffondendo buone pratiche e opuscoli informativi sui corretti stili di vita, tra cui attività fisica, alimentazione sana, stop al fumo.
A disposizione dei cittadini anche il camper vaccinale con i medici vaccinatori che daranno informazioni sulle vaccinazioni raccomandate per età e patologia, e che offriranno la possibilità di effettuare i vaccini contro l’herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) e lo pneumococco, particolarmente raccomandati per chi ha compromissioni cardiovascolari, oltre al richiamo del tetano se necessario.
Inoltre, durante la giornata, istruttori di rianimazione cardiopolmonare, della American Heart Association, dimostreranno, attraverso brevi training, come far ripartire un cuore con o senza il defibrillatore, proponendo l’iniziativa Una gara per la vita che metterà a confronto l’operato dei cittadini rianimatori. Giudice imparziale un computer che valuterà la qualità dei massaggi cardiaci eseguiti sui manichini.
Le malattie del sistema cardiovascolare sono la prima causa di morte in Emilia-Romagna e provocano circa 16mila decessi all’anno. Uno dei maggiori fattori di rischio è l’ipertensione, della quale soffre circa un terzo della popolazione. Seguono le cardiopatie ischemiche che colpiscono mediamente 65mila persone, mentre soffrono di scompenso cardiaco circa 20mila persone. Il 2% della popolazione soffre di fibrillazione atriale asintomatica.
L’Emilia-Romagna è stata una delle prime regioni in Italia a dotarsi, a inizio anni 2000, di una rete per l’assistenza all’infarto, consentendo una drastica riduzione della mortalità cardiaca.
Negli ultimi 10 anni, infatti, nel territorio bolognese, si sono notevolmente ridotte le persone colpite da infarto, da oltre 1.000 a poco più di 600, ma molto resta da fare in termini di prevenzione.
La diffusione della conoscenza delle manovre rianimatorie cardiopolmonari elementari, inoltre, è riconosciuta, sempre di più, come un elemento essenziale per aumentare le possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Manovre elementari, che possono salvare una vita e che chiunque, anche senza una preparazione sanitaria professionale, può eseguire.
Ogni anno sono circa un migliaio, nel territorio provinciale bolognese, le persone colpite da arresto cardiaco. Un intervento tempestivo, con le prime manovre di rianimazione e l’impiego dei defibrillatori semiautomatici esterni, può rivelarsi decisivo: defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto può consentire, infatti, la sopravvivenza del paziente nel 70% dei casi.