Il porta a porta è un sistema superato e insostenibile. Con le eco – station si risparmierebbero 300mila euro all’anno, ripagando l’investimento iniziale in 8 anni.
Intervento dell’assessore all’ambiente del comune di Casalgrande, Daniele Benassi
“Non è di certo un segreto che dal 9 giugno di 3 anni fa, data del nostro insediamento, ci siamo sempre battuti per far luce sul cambio di sistema di raccolta dei rifiuti, processo già parzialmente iniziato dall’amministrazione precedente. Come gran parte dei comuni di pianura, anche per Casalgrande la previsione al 2020 era quella di avviare il sistema “porta a porta” su tutto il territorio, estendendo quella che oggi è solo una sperimentazione nella frazione di Salvaterra. Vista l’esperienza di questi 3 anni, durante i quali abbiamo potuto toccare con mano i problemi che il suddetto sistema di raccolta ha causato e sta causando a diversi cittadini e ad attività imprenditoriali della frazione di Salvaterra, siamo giunti a una conclusione: il “porta a porta” è un sistema superato. Sostenere il contrario equivale, secondo il nostro giudizio, a negare l’evidenza.
Il sistema proposto ai comuni reggiani prevede il ritiro a domicilio solamente delle frazioni indifferenziato ed organico, mentre lascia all’utente il compito di conferire carta, plastica e vetro all’interno dei cassonetti stradali. Il ritiro a domicilio del rifiuto è regolato da un calendario che lascia poca flessibilità ai cittadini e porta con sé un considerevole aumento nei costi del servizio (che ricordiamo, ricadono sull’utente finale, cioè sulla cittadinanza) ed una serie di sanzioni nel caso non si rispetti il regolamento ATERSIR (conosciuto da pochi) relativamente alla gestione dei bidoncini assegnati a ciascuna utenza. Sottolineiamo poi che mai il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti aveva raggiunto l’estensione che ha da quando c’è il porta a porta: un impatto negativo sull’ambiente, di cui va tenuto conto.
Nonostante la serie di problematiche relative alla raccolta a domicilio del rifiuto, non cambia il parere del consiglio locale di ATERSIR, che conferma l’intenzione di estendere il sistema “porta a porta” non solo a tutti i comuni di pianura, ma anche ai comuni della prima collina e, in misura minore, ai comuni montani. L’alta percentuale di raccolta differenziata promessa dal porta a porta, il fatto che il sistema sia già rodato in tanti altri comuni e la possibilità di applicare la tariffazione puntuale “Pay As You Throw” (Paghi quanto butti) fa propendere l’agenzia territoriale emiliano-romagnola all’applicazione di tale sistema praticamente ovunque.
Dobbiamo però considerare che il porta a porta ha visto la sua comparsa in Italia oltre 10 anni fa, periodo durante il quale l’innovazione tecnologica ha permesso di sviluppare alternative valide alla raccolta domiciliare, alternative che secondo la nostra opinione non sono da scartare. E’ bene evidenziare infatti che nei comuni vicini, dove si è attivato il sistema di raccolta domiciliare (Scandiano e Rubiera ne sono esempio), tali sistemi hanno fatto la loro comparsa al fine di “mitigare” gli svantaggi del “perfetto” sistema porta a porta.
E’ il caso delle “eco-station”, punti di conferimento delle frazioni indifferenziato ed organico alle quali è possibile accedere mediante identificazione tramite tessera sanitaria 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
In sostanza, non sono altro che cassonetti intelligenti dotati di sistema di riconoscimento e misurazione dei volumi conferiti, sistema che noi proponiamo come principale, in alternativa al porta a porta. Un sistema basato su mini eco-isole, che lasci la possibilità di conferimento 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, che aumenti la percentuale di raccolta differenziata, permetta l’identificazione dell’utente, la misurazione dei volumi conferiti e dunque la possibilità di applicare la tariffazione puntuale.
Tale proposta non ha visto e non vede tuttora accoglimento da parte di ATERSIR, nonostante la stessa agenzia ne riconosca la validità nelle aree periferiche e montane, per le quali ne è prevista l’implementazione. E’ indubbio che un sistema basato esclusivamente su cassonetti intelligenti comporti una spesa di investimento iniziale non comparabile con l’attivazione del porta a porta, ma il forte risparmio sui costi di gestione genera un vantaggio economico non di poco conto sul medio termine. Per il comune di Casalgrande stimiamo un risparmio di oltre 300.000€ all’anno rispetto alla raccolta domiciliare, che consente di ammortizzare l’intero investimento iniziale in poco più di 8 anni”.
Daniele Benassi