Scioperano a livello nazionale gli insegnanti e il personale della scuola pubblica, di ogni ordine e grado, lunedì 30 maggio contro le norme inaccettabili e umilianti contenute nel decreto legge 36.
Un decreto approvato lo scorso 30 aprile e che se sarà convertito in legge così com’è mette le mani nelle tasche dei lavoratori tagliando i 500 euro della Card del Docente, aumenta di fatto l’orario di lavoro, penalizza fortemente i docenti precari per i quali si prevedono condizioni più gravose e onerose per poter aspirare alla stabilizzazione, taglia 10mila cattedre dall’organico di diritto, con la conseguenza di alimentare l’annoso problema delle classi pollaio. Tutto questo mentre il contratto nazionale è scaduto da 40 mesi e le risorse per il rinnovo sono irrisorie. Lo sciopero è proclamato unitariamente dalle sigle sindacali più rappresentative della scuola Flc/Cgil, Cisl/Scuola, Uil Scuola Rua e Snals/Confsal.
A Modena lo sciopero è stato preceduto da numerose assemblee ed è organizzata una manifestazione provinciale, in forma statica di docenti e personale Ata alle ore 10 (e sino alle 12) nel piazzale Ma.Ta. nell’area della ex Manifattura Tabacchi.
Lavoratori e sindacati chiedono di stralciare dal decreto del Governo tutte le disposizioni che peggiorano le condizioni di lavoro e invadono il campo della contrattazione. La formazione e gli aspetti economici e normativi del rapporto di lavoro devono essere regolati dal contratto, non per legge.
E’ necessario aprire al più presto le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da tre anni, e rivalutare nel nuovo contratto le retribuzioni di tutti i profili professionali. E’ necessario incrementare ulteriormente le risorse stanziate in legge di Bilancio. E’ inaccettabile procedere con un sistema a premi per pochi.
Occorre dare stabilità al lavoro e rafforzare gli organici anziché tagliarli. Il sistema di reclutamento deve assicurare la copertura dei posti vacanti e prevedere la stabilizzazione del personale precario.
Deve essere riconosciuta la professionalità di chi lavora nella scuola come risorsa fondamentale, valorizzando il lavoro delle persone, si devono mettere in sicurezza le scuole, colmare squilibri e divari territoriali, ridurre il numero di alunni per classe.