È forte la preoccupazione che si sente di manifestare l’Amministrazione comunale, dopo quanto emerso dall’incontro sull’Ospedale Santa Maria Bianca. Preoccupata soprattutto nei confronti dei cittadini e di tutti gli abitanti della bassa modenese, rispetto ad una situazione che se non fermata in tempo rischia solo di peggiorare. Si continua da un paio d’anni a parlare di investimenti che verranno. Ma nella realtà si assiste ad un depauperamento sconsolante dei servizi ridotti ai minimi termini, a reparti che ancora non rientrano, al personale in calo, per le difficoltà a trovare nuovi operatori.
L’incontro a cui si fa riferimento è avvenuto qualche giorno fa. È stato convocato urgentemente da UCMAN, dopo che l’Amministrazione comunale aveva inviato (fine di marzo e primi di aprile), un paio di lettere, al presidente della CTSS, ai Direttori Generale e Sanitario di AUSL Modena, ai Direttori di Distretto e Sanitario dell’Ospedale di Mirandola, ai Comuni dell’Area Nord. Una, per richiedere la convocazione straordinaria della CTSS, su revisione del PAL fermo al 2011, incarichi di strutture complesse e rientro della Cardiologia all’ospedale di Mirandola. L’altra, inerente alla situazione del punto nascita alle prese tra criticità, calo dei nati, carenza di personale e la conseguente scarsa attrattività dal punto di vista territoriale.
l quadro emerso dall’incontro – a cui hanno preso parte i destinatari delle lettere – delinea un futuro quanto meno incerto e preoccupante per la struttura ospedaliera. Gli investimenti vanno a rilento dilatando i tempi degli interventi di miglioramento. Ben più grave è la situazione relativa al personale, medico e paramedico che risulta in diminuzione costante, difficilmente si riesce a sostituirlo, soprattutto però non si trova. Si arriva a gravare così sull’efficienza della struttura, con conseguenze a carico dell’utenza costretta rivolgersi altrove. L’auspicio dell’Amministrazione comunale mirandolese, che è poi quello prima di tutto dei cittadini, è che ci sia una presa d’atto forte e di conseguenza un’inversione vera e concreta di questa tendenza, a partire dalla Regione. Dal canto proprio, l’Amministrazione tiene a ribadire e rinnovare il proprio impegno chiedendo e sostenendo in tutte le sedi istituzionali opportune, la necessità di un presidio ospedaliero, potenziato nei servizi e nel numero del personale impiegato – perché senza il quale non c’è futuro per l’ospedale – funzionante ed all’altezza delle esigenze di un bacino di utenza di oltre 80mila persone.