Prima erano in mano alla criminalità organizzata, ora sono la nuova sede della Protezione civile di Brescello, in provincia di Reggio Emilia. E in questi giorni sono anche luogo di raccolta, da parte del Comune, di beni di prima necessità da inviare in Ucraina.
Per gli immobili situati in via Breda Vignazzi, appartenuti ai Grande Aracri, cosca della ‘ndrangheta calabrese, dopo la confisca si è aperto un nuovo capitolo.
All’inizio è stato necessario intervenire con una serie di opere, tra la manutenzione ordinaria e il ripristino degli impianti, ma soprattutto col trasferimento di materiali ingombranti; lavori, questi, che hanno richiesto un investimento di 150mila euro, sostenuto all’80% dalla Regione Emilia-Romagna (che ha stanziato 120mila euro) e per la cifra restante dal Comune di Brescello.
Oggi, il giorno più importante: la consegna ufficiale della nuova sede alla Protezione civile, presenti la sindaca di Brescello, Elena Benassi, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il prefetto e il questore di Reggio Emilia, rispettivamente Iolanda Rolli e Giuseppe Ferrari, insieme a tutti gli altri esponenti delle istituzioni, del volontariato e della società civile.
“Qui dove regnava l’illegalità, da oggi trova casa la Protezione civile, la cui azione coinvolge trasversalmente tutta la comunità brescellese e l’intero territorio- sottolinea il presidente Bonaccini-. Significa farne spazi di crescita civile e sociale, presidi di legalità in un complesso in cui veniva esercitata fortemente la presenza della ‘ndrangheta e si decidevano le attività criminali. Vogliamo, con forza, che quella dell’Emilia-Romagna sia una società sana e dunque libera dalle mafie. Per questo, grazie alla collaborazione con Prefetture, Magistratura e Forze dell’ordine, continuiamo a rafforzare gli anticorpi contro la criminalità organizzata, forti del fatto che legalità, giustizia e democrazia sono valori insiti nella nostra terra”.
Gli immobili situati in via Breda Vignazzi, a Brescello, sono stati confiscati nel corso del procedimento “Aemilia” e nella misura di prevenzione a carico di Francesco Grande Aracri. Si tratta, nel complesso, di un insediamento di circa 900 metri quadri di spazi produttivi, a cui si aggiungono 190 metri quadri di spazi per uffici e circa 1.200 metri quadri di aree cortilive.
“Condividiamo questo impegno con tutte le forze politiche, le parti sociali e le realtà associative, riunite nella Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile- prosegue il presidente- dove di recente abbiamo condiviso il ‘Piano strategico per i beni confiscati alla criminalità della Regione Emilia-Romagna’, prima tra le regioni del Centro Nord a formalizzare il documento e seconda in Italia dopo la Campania, con l’obiettivo di finanziare gli interventi di recupero e risanamento edilizio dei beni destinati agli enti territoriali. Oltre allo stanziamento di 1,2 milioni di euro per 39 progetti presentati da enti locali e università e che coinvolgono in primo luogo i giovani nelle scuole. Fino alle nuove azioni regionali per il biennio 2022-2023, per continuare- chiude il presidente- a sostenere e potenziare le attività di formazione, monitoraggio, prevenzione e tutela delle vittime di sfruttamento in tutti i settori”.
D’ora in poi, complesso verrà gestito alla Protezione civile che ne ha fatto la propria sede gestionale e operativa: una sede che è pure luogo di insacchettamento della sabbia utilizzata per i rinforzi arginali nell’area centro-emiliana, dal parmense al modenese, nel caso di eventi idraulici di particolare rilevanza e pericolosità.
Negli ultimi 10 anni la Regione è intervenuta – talvolta in più occasioni sullo stesso bene – su 21 beni immobili confiscati alla criminalità, stanziando, a favore degli enti destinatari di questi beni, più di 3 milioni di euro per le opere necessarie di risanamento e recupero ai fini della loro valorizzazione. Nel biennio 2020 – 2021, la Regione Emilia-Romagna ha investito 1.012.000 euro per la riqualificazione / interventi su 10 beni immobili confiscati per favorirne il riuso per finalità sociali.