“Tante volte si sente dire che le imprese, nonostante il crescente tasso di disoccupazione, faticano a reperire personale adatto e qualificato. Ebbene, è proprio così. Per questo anche la scelta delle scuole superiori è importante: considerare gli indirizzi tecnici è opportuno e può offrire sbocchi futuri a ragazze e ragazzi. Lo diciamo in un momento in cui ben il 12,5% dei giovani tra 15 e 29 anni in provincia di Reggio Emilia è disoccupato, un dato che deve farci riflettere”. Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, commenta così alcuni dati dell’ufficio Studi Lapam.
Sul nostro territorio circa un terzo delle imprese dice di faticare a reperire personale qualificato, una percentuale molto elevata, il 41,4% a Reggio, nonostante nel 2020 le imprese reggiane avessero previsto l’assunzione di 8.890 giovani under 30. Ma quali sono i mestieri più ricercati? I dati disponibili al momento, quelli a fine 2020, sono molto chiari e non ci sono solo laureati, ma anche diplomati di scuole tecniche o professionali. I mestieri più difficili da reperire secondo le imprese della provincia di Reggio Emilia, rileva l’Ufficio Studi Lapam con una elaborazione dati da Unioncamere-ANPAL riguardano i seguenti indirizzi; impianti termoidraulici (93,3% dei candidati non si trovano); ingegneria elettronica (80%); nuove tecnologie per il made in Italy (77,8%); ingegneria industriale (63,6%); ristorazione (61%); diploma in meccanica, meccatronica ed energia (60,8%); agrario e agroalimentare (58,1%); diploma professionale elettrico (55,2%).
“Da questi dati emerge con chiarezza che scegliere una scuola tecnica o professionale non rappresenta una scelta di serie B – conferma il presidente Lapam -. Pensiamo oggi quanto preziosi oggi i termotecnici o chi lavora nell’edilizia in genere… Si tratta di un modo di pensare al proprio futuro, senza dimenticare che a un diplomato non è comunque preclusa la possibilità di intraprendere l’università. L’importante è seguire le predisposizioni di ragazze e ragazzi che si affacciano al mondo delle superiori, facendo una scelta che avrà implicazioni importanti sulla loro vita”.
Di più, l’indagine Lapam (ciclicamente rinnovata proprio per dar modo all’associazione di aiutare vari istituti delle medie inferiori per l’orientamento) presenta anche quelle che sono competenze, soft skills e nuovi trend necessari per chi si approccia al mondo del lavoro in giovane età. “Per il 34,4% delle nuove entrate sarà necessario avere un’ottima capacità di comunicare bene in italiano – prosegue Luppi – a seguire, per il 19,4% saranno fondamentali le competenze digitali, per il 15% capacità matematiche e infine per il 14,5% la capacità comunicativa in lingue straniere. Tra i nuovi trend c’è un 34,3% di giovani a cui sarà richiesta l’attitudine al risparmio energetico e per il 9,6% la capacità di applicare tecnologie 4.0. Ma le cosiddette soft skills, le capacità relazionali, sono le più richieste: il 61,4% dei ragazzi si dovrà mostrare capace di flessibilità e adattamento, il 50,1% di lavorare in gruppo, il 36,2% di risolvere problemi e il 33,9% la capacità di lavorare in autonomia”. Inoltre, proseguendo nella lettura dell’indagine, si evince come nei prossimi anni “un candidato su cinque, applicherà soluzioni creative e innovative e un candidato su dieci coordinerà altre persone”.
Da ultimo Lapam presenta uno spaccato sui lavori di domani: “I trend futuri sono tre – sottolinea Luppi -: globalizzazione, tecnologia, ambiente. I mestieri che saranno più richiesti (e che, magari, oggi non ci sono ancora) riguardano l’automazione e la robotica, l’utilizzo dei dati e il commercio online, inoltre le figure in grado di sviluppare strategie e soluzioni ecosostenibili come esperti del marketing green, in gestione dell’energia, chimici green, esperti di acquisti verdi, installatori di impianti a basso impatto ambientale”. La domanda di attitudini green sarà sempre più trasversale tra settori e livelli di specializzazione.