I partner del Protocollo d’intesa per l’accoglienza famigliare

Sviluppare una cultura dell’accoglienza che ricerchi il benessere della famiglia d’origine, dei minori accolti e delle famiglie accoglienti e dove il ruolo dell’Ente pubblico non sia più quello di guida esclusiva e di governo del sistema dell’accoglienza, ma piuttosto di ‘partner’ che co-costruisce il percorso di accoglienza, all’interno del quale è determinante l’intreccio di competenze tra operatori professionali, associazioni, famiglie e realtà che operano nell’ambito dell’affido familiare e lavorano insieme sui medesimi obiettivi.

È l’esperienza innovativa avviata da Servizi sociali del Comune di Modena e rappresentanti delle associazioni delle famiglie anche attraverso la sottoscrizione del “Protocollo d’intesa per la realizzazione di strategie di rete per l’accoglienza familiare” avvenuta lunedì 6 dicembre al Centro per le famiglie di Modena in via del Gambero 77.
A firmare l’accordo, assieme all’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, sono stati Giovanni Prosen di AMoGeA aps Associazione Modenese Genitori Adottivi e Affidatari, don Riccardo Mioni in rappresentanza di Famiglie per l’emergenza, Francesca Morgatti per Ohana Famiglie accoglienti, Roberto Zanoli di Venite alla festa e aderirà all’intesa anche l’associazione anche Famiglie per l’accoglienza, la cui rappresentante Rita Bocchi non ha potuto essere presente.
“La vitalità e la solidarietà sociale delle associazioni e delle realtà impegnate sul tema dell’accoglienza familiare, che mi sento di ringraziare di cuore per quanto fanno nei confronti delle famiglie e di tutta la comunità – afferma l’assessora Roberta Pinelli – è un valore aggiunto per tutti noi, una risorsa che intendiamo valorizzare per rendere le famiglie sempre più protagoniste attive della comunità inclusiva e accogliente che solo insieme possiamo realizzare. L’accordo firmato assieme a loro va in questa direzione”.
Punto di partenza condiviso dal Servizio Sociale e dalle associazioni delle famiglie accoglienti e realtà operanti nell’ambito dell’affido familiare è l’idea che, all’interno dei progetti di accoglienza, il minore e la famiglia di origine non debbano essere solo beneficiari ed esecutori del progetto, ma attori e interlocutori dello stesso. Da qui la decisione di individuare nel “tavolo affido” il luogo principale di co-progettazione per sviluppare forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, impegnati sul tema della prevenzione del disagio famigliare, del sostegno alla cura di minori e delle persone fragili.
Il tavolo, già attivo presso il Servizio sociale territoriale, si incontra periodicamente per approfondire le tematiche dell’accoglienza famigliare e orientare le azioni, prende in esame le necessità, valuta le disponibilità e predispone progetti di accoglienza.
Il Protocollo ha quindi come finalità quella di disciplinare, nel rispetto delle differenti competenze, il rapporto tra Comune e associazioni delle famiglie accoglienti e le realtà operanti nell’ambito dell’affido famigliare per co-costruire forme di collaborazione. Obiettivi principali condivisi sono la valorizzazione della famiglia come soggetto attivo, autonomo e paritetico; il sostegno e la tutela delle famiglie, sia dei nuclei famigliari in difficoltà, sia di quelli accoglienti; l’implementazione di un sistema integrato di azioni tra servizi istituzionali e territorio; la condivisione delle attività di verifica, degli esiti dell’accoglienza e la condivisione dei dati relativi all’accoglienza nelle sue diverse forme (affido famigliare, culturale, di minori stranieri non accompagnati).
Mentre gli impegni che si prendono Comune di Modena (Servizio Sociale Territoriale, Poli sociali e Centro per le Famiglie), associazioni delle famiglie accoglienti e realtà operanti nell’ambito dell’affido famigliare sono relativi alla realizzazione di azioni di sensibilizzazione, informazione e formazione per la diffusione della cultura dell’affido e dell’accoglienza; l’accompagnamento e il supporto agli affidatari nel percorso di affido, anche attraverso l’attivazione di gruppi di sostegno per le famiglie affidatarie; l’elaborazione dei processi di lavoro in rete; iniziative formative congiunte rivolte sia ad operatori che alle famiglie; la condivisione di criteri e percorsi di relazione e supporto tra la famiglia ed i servizi; l’istituzione di un elenco delle famiglie accoglienti; la promozione della cultura dell’accoglienza e apertura di uno spazio informativo al Centro per le famiglie.