È ancora troppo vivo il ricordo dell’omicidio di Elisa, Simonetta e dei piccoli Ismaele e Sami per poter scrivere di altro. Anzi, è doveroso non spegnere l’attenzione su questo ennesimo femminicidio che ha scosso l’intera città ma, soprattutto, ha segnato indissolubilmente la vita delle vittime superstiti (è notizia di questa mattina che, purtroppo, anche il nonno di Elisa è deceduto, ndr). Come cittadini, ci siamo chiesti se si fosse potuto evitare… Non abbiamo la risposta ma, come Città, possiamo fare in modo che si portino avanti azioni concrete per sostenere chi si dovesse trovare nella stessa situazione che stava vivendo Elisa.
E lo facciamo anche ricordando che oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questo è un problema reale e ormai centrale della nostra società.
Lo facciamo ricordando che il 1522 è il numero di telefono da chiamare se si è vittime di violenza domestica e non.
Lo facciamo ricordando che si può chiedere aiuto anche per strada, con un semplice gesto (tenendo la mano in alto con il pollice piegato nel palmo e piegando le altre dita verso il basso, intrappolando simbolicamente il pollice tra le dita).
Lo facciamo ricordando che si può ordinare una pizza margherita chiamando il 112, il poliziotto dall’altra parte del telefono capirà.
Invece noi cosa possiamo fare in concreto? Bene la raccolta fondi che la nostra Amministrazione ha aperto per dare un sostegno economico alla figlia di Elisa (Fondo di Solidarietà Città di Sassuolo – IT 27 T 02008 67019 000100984467 – causale: sostegno minore via Manin).
È notizia degli ultimi giorni che, a seguito dell’efferato delitto che ha toccato la nostra città, molte donne si sono rivolte al centro antiviolenza distrettuale; crediamo che le attività svolte da tale centro siano di grande rilevanza ai fini della prevenzione e riteniamo che debbano essere ulteriormente rafforzate per migliorarne sempre più l’efficacia e diffonderne la conoscenza sul territorio.
Vorremmo che venissero sviluppati progetti rivolti alla collettività, perché entrando in un negozio si possa trovare aiuto senza bisogno di usare parole esplicite.
Vorremmo progetti pensati per le nuove generazioni, perché già a scuola vengano educate al rispetto e all’ascolto dell’altro. Ci auguriamo che un giorno, quando incontreranno qualcuno in difficoltà, sappiano cogliere i segnali non verbali e dare il giusto consiglio.
Vorremmo progetti volti a promuovere le pari opportunità e contrastare le discriminazioni, iniziative di prevenzione per le donne a rischio di emarginazione. In questo modo costruiremo la coesione necessaria affinché il femminicidio non diventi più un argomento quotidiano di cronaca.
Nel nostro piccolo, in questa giornata così piena di significato, abbiamo promosso una campagna Social che vuole dare visibilità alle occasioni di supporto ma, soprattutto, sensibilizzare le persone perché riescano a cogliere il grido d’aiuto di una vittima. E da qui partiamo.