In occasione del 25 novembre, anche il Comando provinciale dei Carabinieri di Modena ieri sera si è illuminato di arancione per l’adesione dell’Arma alla campagna per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Sempre maggiore è l’impegno che anno dopo anno l’Arma dei Carabinieri pone nel contrasto a tutti quei comportamenti che ledono le donne fisicamente, psicologicamente e nella loro dignità. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne l’Arma vuole sottolineare il proprio quotidiano agire con una serie di simboliche iniziative che aiutino tutte le donne, ed in particolare quelle che vivono momenti di difficoltà, a comprendere che il primo passo per tornare libere dalle violenze è quella di denunciare.

Uomini e donne insieme all’Arma dei Carabinieri sono gli attori principali per poter vincere
questa battaglia, che sempre più incide e si insinua nella nostra società.
L’obiettivo è quello di diminuire il numero dei reati sommersi, ovvero tutti quei
comportamenti perseguibili che ledono le donne e che, concretizzandosi molto spesso
all’interno delle mura domestiche, sono difficilmente individuabili. Tale fenomeno,
aggravatosi nel periodo di “convivenza forzata”, conseguente alla diffusione del Covid-19, è
stato definito dalle Nazioni Unite una seconda “pandemia nell’ombra”.
Il significato della campagna di sensibilizzazione avviata anche sul web ed i social, le numerose caserme illuminate di arancione in adesione al progetto “Orange the
World”, sono alcuni segnali tangibili dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a
invogliare le donne vittime di violenze a denunciare. Il successo istituzionale è quello di dare coraggio alle vittime, che si vedono imbrigliate in situazioni apparentemente senza uscita.
Gli strumenti specifici di cui si è dotata la Benemerita e su cui può fare affidamento chi gli si rivolge, sono vari. A partire dalla Sezione Atti Persecutori – collocata nell’ambito del
Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – e che da oltre dieci anni svolge
attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in
favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale. Tra i vari supporti
forniti dal Reparto troviamo il “prontuario operativo”, un importante documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, e i corsi basici e specialistici sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, nonché di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione. A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria – Marescialli e Brigadieri – inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi ne sono stati svolti complessivamente 19, che hanno consentito di formare oltre 400 unità, operanti sul territorio nazionale.
Inoltre il 25 novembre 2016, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza
sulle Donne, è stato sottoscritto un ulteriore Accordo tra i Ministri della Difesa e per le
Pari Opportunità, cui è seguito il rinnovo della collaborazione tra il D.P.O. e l’Arma che
ha portato la Sezione Atti Persecutori allo sviluppo di attività di ricerca e analisi, alla
formazione del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del
numero di pubblica utilità “1522”, nonché a svolgere attività di sensibilizzazione in favore
delle scuole, attraverso un ciclo di 40 giornate di educazione. Inoltre su richiesta del D.P.O. è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio nazionale, al fine di verificare l’effettiva esistenza ed operatività delle strutture attive nell’ambito
dell’assistenza alle vittime.
L’Arma ha anche collaborato, quale rappresentante del Ministero della Difesa:
– al Tavolo Interministeriale, istituito nel 2013, per l’elaborazione del “Piano d’azione
straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, adottato nel luglio 2015 dalla
P.C.M.;
– all’Osservatorio Nazionale sulla violenza, i cui lavori hanno portato alla redazione del
“Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020)”,
approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2017, e delle “Linee
guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza
socio – sanitaria” alle donne vittime di violenza, adottate con D.P.C.M. del 24 novembre
2017.
Sul piano delle collaborazioni interistituzionali, sul territorio nazionale sono state siglate
numerose intese tra Procure della Repubblica, Prefetture, Forze di polizia, Ospedali e Centri
antiviolenza, che vedono tutte la partecipazione dell’Arma.
Si sottolinea inoltre il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato
“Una stanza tutta per sé”, consistente nell’allestimento, all’interno di Caserme dell’Arma,
di locali idonei all’ascolto protetto di donne vittime di violenza. Un progetto che ha
consentito di allestire ad oggi circa 150 stanze su tutto il territorio nazionale che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le vittime di abusi. Inoltre Soroptimist, ha fornito all’Arma 33 kit per la videoregistrazione ad altrettanti Comandi, da utilizzare nelle fasi di ricezione delle querele o nelle attività di escussione.

L’8 gennaio scorso è stato anche siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione “Vite
senza Paura”, presieduta da Maria Grazia Cucinotta ed impegnata sul territorio a supporto
delle vittime di violenza di genere, per lo sviluppo di iniziative congiunte volte a rafforzare le azioni di prevenzione e repressione del fenomeno.
Non ultimo in concomitanza della celebrazione di domani si svolgerà presso la Scuola
Ufficiali Carabinieri il primo seminario, con il coinvolgimento di 100 militari appartenenti
alla “Rete nazionale di monitoraggio”, che ha l’obiettivo di fornire specifici elementi di
psicologia comportamentale per migliorare le capacità di interazione con le vittime
vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza, sia nel successivo percorso di
formalizzazione della denuncia. Questo è il primo di una serie che scaturisce da un accordo
operativo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) sottoscritto lo
scorso 17 novembre 2021.
Infine, l’Arma ha partecipato con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”,
una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti.
Tutti i militari dell’Arma, in maniera empatica e grazie agli strumenti in possesso sono
quotidianamente impegnati a fornire coraggio a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà, cercando di trasmettere loro la consapevolezza che insieme si può uscire da situazioni di violenza.
Tutto questo è, prima di tutto, finalizzato ad evitare che si verifichino ulteriori
“femminicidi”, ovvero sia l’omicidio avvenuto in presenza di una condotta e/o volontà
“discriminatoria” da parte dell’autore del reato (maschio) nei confronti della vittima
(femmina o transgender), aggredita poiché considerata “inferiore” in ragione della sua
appartenenza al genere femminile, che le uccisioni di donne da parte di uomini, avvenute
nell’ambito relazionale, passionale, familiare e di vicinato.
Ma ci sono altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne, tra questi troviamo il fenomeno comunemente denominato “stalking”, che è ricondotto ai reati di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), nonché i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e percosse (art. 581c.p.), con vittima donna.
L’Arma dei Carabinieri anche nel corso del 2020 e nei primi dieci mesi del corrente anno ha
continuato a focalizzare il proprio impegno per poter contrastare tali crimini, in
considerazione anche dell’influenza che ha avuto su di essi e sulla loro denuncia il periodo
pandemico.
Nel 2020, rispetto al 2019, i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento agli atti persecutori
sono 12.138 e con riguardo ai primi dieci mesi del 2021, i Reparti Carabinieri hanno
perseguito 9.918 atti persecutori.
Per quanto attiene ai maltrattamenti in famiglia, nel 2020, i delitti perseguiti sono 15.701.
Con riferimento al periodo gennaio – ottobre dell’anno in corso, i Reparti Arma hanno
perseguito 13.014 maltrattamenti in famiglia.
Infatti, lo scorso anno sono state tratte in arresto 1.495 persone per reati connessi con gli atti persecutori, mentre nei primi dieci mesi dell’anno in corso gli arresti sono stati 1.390.
Analogamente, per i maltrattamenti in famiglia, nel 2020 sono stati arrestati 3.010 soggetti.
Nel periodo gennaio – ottobre del 2021 le persone tratte in arresto per maltrattamenti in
famiglia sono state 2640.
Nel 2020, per reati di violenza sessuale, l’attività istituzionale condotta ha consentito di trarre in arresto 935 persone, mentre nei primi dieci mesi del 2021, gli arresti sono stati 858.