Associazione per delinquere, appropriazione indebita, furto, ricettazione, impiego di beni di provenienza illecita, autoriciclaggio e favoreggiamento reale, le accuse mosse agli indagati dai carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia. Il danno all’azienda è stato stimato in circa mezzo milione di euro.
Alle prime ore del 17 novembre 2021, nelle province di Reggio Emilia, Lodi e Napoli, i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, supportati nella fase esecutiva dai colleghi dei Comandi Provinciali di Lodi e Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari – emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Reggio su richiesta della locale Procura – nei confronti di 8 persone gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, dei reati di “Associazione per delinquere, appropriazione indebita, furto, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio e favoreggiamento reale” (artt. 416, 646, 624, 648 e 648 bis, 648 ter.1 e 379 c.p.).
Si tratta di 7 italiani e un cittadino di nazionalità albanese, raggiunti da misura cautelare che è stata emessa al termine di una lunga ed articolata indagine, alla quale è stato dato il nome convenzionale di “Affari Musicali”, condotta dalla Stazione di Reggio Emilia Santa Croce, con il supporto della Sezione Operativa della Compagnia di Reggio Emilia, che ha avuto inizio nel mese di luglio 2019. Le meticolose investigazioni, con attività di intercettazione telefonica e ambientale, hanno permesso di ricostruire un contesto associativo e altre figure satellite, che avevano come scopo principale quello di consumare una serie di appropriazioni indebite, furti, ricettazioni, riciclaggio e autoriciclaggio in danno della nota azienda locale RCF, leader internazionale nella produzione e vendita di prodotti elettromusicali su larga scala.
A dare il via alle indagini è stata la stessa azienda, che in una prima denuncia sporta, ha fornito agli inquirenti una serie di elementi comprovanti numerose irregolarità nella gestione dei magazzini, nonché svariati ammanchi di prodotti e componenti, emersi nel corso dei periodici inventari svolti. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, non solo hanno quindi permesso di raccogliere numerosi elementi di prova relativamente alle appropriazioni indebite e autoriciclaggio dei proventi, ma hanno altresì consentito di disvelare una vera e propria organizzazione criminale, con ruoli predefiniti anche in base alla propria collocazione all’interno dell’azienda, per l’approvvigionamento delle materie prime o dei manufatti completi, per la vendita, per la “produzione” in proprio nonché per il successivo trasporto e consegna.
Una vera e propria strategia criminale, sistematica, che gli ha permesso di ottenere ingenti profitti stimati in oltre 400.000 euro. Gli associati, infatti, erano riusciti a creare una fitta rete di relazioni, che gli avrebbe consentito, dopo la consumazione dei furti, delle appropriazioni indebite del materiale in danno di RCF o dell’autoproduzione dei manufatti, di collocare i prodotti su mercati paralleli, non solo in ambito nazionale, ma anche oltre confine, in particolare l’Albania. Inoltre, l’anomala sottrazione della componentistica da parte di alcuni degli indagati ha trovato risposta quando è emerso, sempre nel corso delle prolungate attività tecniche, che alcuni degli indagati, grazie alla competenze professionali acquisite nell’azienda, riuscivano autonomamente a riprodurre in proprio vari prodotti finiti, prevalentemente diffusori, che dopo aver collaudato rudimentalmente, piazzavano sul mercato, a prezzi evidentemente concorrenziali, realizzando ulteriori guadagni illeciti. Per rivendere i prodotti utilizzavano soprattutto canali on line, con particolare riferimento ai siti web specializzati nella vendita di materiale elettroacustico, oltre che distribuirli anche presso attività commerciali compiacenti, con le quali spartivano i guadagni.
Nel corso delle attività investigative, sono emersi elementi di responsabilità a carico di ben 15 persone, di cui 8 colpiti da misura cautelare e 7 deferiti in stato di libertà per singoli episodi non direttamente riconducibili al contesto associativo, molti dei quali ex dipendenti dell’azienda o dipendenti di aziende facenti parte della rete di collaborazioni. Nel corso dell’operazione di questa mattina 3 persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari (di cui un cittadino di nazionalità albanese), 4 persone sottoposte al divieto di dimora nella provincia di Reggio Emilia e una persona sottoposta all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Nell’ambito delle indagini e dell’odierna esecuzione sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli indagati, nel corso delle quali sono stati sequestrati ingente materiale audio riconducibile all’azienda, documentazione probatoria, denaro contante per complessivi 60.000 euro e orologi di pregio ritenuti provento degli illeciti profitti.
L’indagine, condotta dalla Stazione di Reggio Emilia Santa Croce, ha permesso di individuare un gruppo di 15 soggetti, tra cui dipendenti ed ex dipendenti di un’azienda leader nel mercato dell’audio professionale, che nel corso del tempo si sarebbero resi responsabili di sottrazioni illecite di prodotti specializzati ai danni della società con sede a Reggio Emilia. Nel corso delle investigazioni è stato recuperato e sequestrato, agli indagati, ingente materiale audio e denaro contante provento dell’illecita attività. Il danno complessivo è stato stimato in circa mezzo milione di euro.