Capire come si manifestano le emozioni e imparare a gestirle per un artista che deve avere a che fare con il pubblico; riappropriarci del tempo che i social ci sottraggono per indagare i nostri sentimenti, senza ridurli a icone e privarli di tutte le sfumature; fuggire dal mondo delle reti sociali virtuali, che assottigliano la soglia di attenzione, creano dipendenza, mercificano la nostra attenzione e ci privano di una grande quantità di tempo. E ancora: saper liberare le sensazioni che nascono dentro di noi, nella pittura e nella musica; ascoltare le emozioni per poi allenarle e crearne di condivise all’interno di un gruppo che si prefigge di raggiungere lo stesso obiettivo.
Questi sono soltanto alcuni degli spunti di riflessione emersi nella seconda edizione della rassegna “Assist, get inspired”, andata in scena domenica nella sala civica di Albinea. Attraverso brevi interventi, con cui sei grandi ospiti hanno portato la loro esperienza, sono stati offerti ai presenti spunti di riflessione sul tema “Emotion or Emoticon? Le emozioni nell’era dei social sono solo icone?” e ed è stato approfondito il modo in cui le nostre scelte di vita e le nostre relazioni vengono influenzate nel tempo dei social.
Dopo l’introduzione del sindaco di albinea, Nico Giberti, hanno parlato l’ex capitano della Reggiana, Alessandro Spanò; lo street artist Misterdada; la scrittrice, traduttrice e docente, Simona Morani, la cantautrice, performer e attrice reggiana, Violetta Zironi, lo psicologo e divulgatore scientifico Alessio Rocco Ranieri e lo psicologo e scrittore, Ezio Aceti.
Nell’ultimo intervento Aceti ha evidenziato diversi aspetti legati all’educazione e alla psicologia infantile e adolescenziale: “Il presente è completamente governato dalle emozioni. Siamo invasi da stimoli e viviamo nella società delle dipendenze – ha spiegato l’esperto – Le emozioni sono l’energia della vita. Non ne esistono di belle o di brutte, ma di adeguate o non adeguate al contesto. Noi adulti abbiamo il dovere di educare i bambini, fin dalla scuola dell’infanzia, alle emozioni – ha proseguito Aceti, sottolineando che “educare” NON SIGNIFICA “IMPEDIRE” – Dobbiamo seppellire tutto quello che sappiamo del mondo e quello che ci è stato insegnato. Dobbiamo eliminare i pregiudizi nelle relazioni”. Ma come educare le emozioni? “Attraverso tre passaggi – ha concluso lo psicologo – Dare un nome a quello che proviamo; buttare fuori il sentimento; farlo uscire senza ledere il sé dell’altro. Ed è soprattutto in questo ultimo passaggio che andrebbero educati i bambini”.