Aumenti del gasolio del 20% in un anno, un punto in più per il Gpl. Prezzo del metano addirittura raddoppiato, così come quello degli additivi necessari per il funzionamento dei motori diesel euro 6, quelli più attenti all’ambiente. Una spirale di aumenti che colpisce i maggiori utilizzatori di questa materia prima, in particolare i trasportatori.
“E’ una situazione che si avvia velocemente verso l’insostenibilità – denuncia Francesco Abate, Presidente di Fita Modena, l’associazione che raggruppa gli autotrasportatori associati a CNA – perché molte imprese del settore, in particolare le più piccole, iniziano ad essere alle prese con problemi di liquidità pesanti”.
“Parlare di problemi che mettono a rischio il funzionamento del sistema dei trasporti non è esagerato, con potenziali ricadute negativi per i settori a ciclo continuo e le imprese la cui localizzazione vede un’incidenza molto elevata delle spese di trasporto”, aggiunge Abate.
“Gli autotrasportatori non possono fare altro che riflettere sulle tariffe, almeno parzialmente, l’aumento di questi costi. Una situazione che favorisce ancora una volta, a distanza di pochi giorni dalla vicenda green pass, i trasporti stranieri, che hanno meno costi e quindi possono mettere sul piatto offerte più competitive, e non per colpa degli operatori italiani”.
Una cosa ingiusta, secondo CNA Fita, visto che questi costi sono determinati in modo importante dalla tassazione, la più elevata in Europa, che grava sui carburanti. “E’ ora di mettere mano a questa situazione, ormai anacronistica, che penalizza una categoria vitale per il sistema economico, in particolare per quello italiano, con un’industria manifatturiera diffusa che non può prescindere da un sistema di trasporti efficiente”.