La Passeggiata Settecentesca di Reggio Emilia, prevista e configurata nell’ambito del progetto Ducato Estense, sarà pienamente accessibile a tutti, grazie a un progetto specifico, dedicato al superamento delle barriere architettoniche e in particolare alla realizzazione di soluzioni atte a facilitare la mobilità delle persone non vedenti e ipovedenti, messo a punto dall’Amministrazione comunale con il Criba-Centro regionale di informazione per il benessere ambientale e approvato di recente dalla giunta comunale.

Il progetto, che si integra con quello complessivo di riqualificazione del percorso estense, si pone l’obiettivo di facilitare l’orientamento e la sicurezza delle persone non vedenti, ipovedenti e di tutti coloro che hanno difficoltà motorie e non solo.

Si è optato quindi per soluzioni che fossero rispettose della norma, ma anche gradevoli esteticamente e adeguate al contesto. Si è cercato, ove possibile, di rendere l’accessibilità trasparente, impercettibile ma funzionale: quindi soluzioni inclusive.

In particolare, i percorsi per non vedenti e ipovedenti – previsti ex novo in via Ariosto, piazza Diaz (porta Castello) e nel tratto di viale Umberto I compreso tra piazza Cadorna (incrocio con via Codro) e piazza Lepanto (ponte di San Pellegrino), oggetto del cantiere di restauro e valorizzazione funzionale in corso – hanno teso a utilizzare linee guida naturali e, solo dove era richiesta un’informazione certa, si sono adottate porzioni di pavimentazione tattilo-plantare per evidenziare situazioni di pericolo, oppure l’intercettazione di attraversamenti, fermate dell’autobus, o per favorire l’orientamento sulle rotatorie e negli attraversamenti pedonali obliqui.

 

REALIZZAZIONE – Nella realizzazione, ci si avvarrà sia di segnaletiche a terra, sia di guide naturali costituite dal limite degli edifici ove esso sia omogeneo in modo da formare un limite continuo del percorso, dal profilo rialzato dei marciapiedi, dalle aiuole ai margini della carreggiata.

Vere e proprie ‘piste tattili’ verranno installate nei grandi spazi, dove mancano riferimenti fisici o acustici che possano indirizzare il cieco nella giusta direzione e sono costituite dal codice rettilineo, che invita ad essere seguito, e da altri codici che forniscono altre informazioni necessarie all’orientamento e alla sicurezza. Quindi, verranno installate in un piazzale pedonale, nell’attraversamento di una strada molto larga, ovvero anche su una zona di un marciapiede mancante di guide naturali o su cui si incontrano ostacoli o pericoli.

Il progetto fornisce inoltre indicazioni sulla collocazione adeguata (non interferente) dei manufatti posti lungo la Passeggiata, come i cestini dei rifiuti e i porta-biciclette, le transenne e i dissuasori, che non devono ostacolare la continuità del camminamento.

Le fermate dei mezzi pubblici, previste lungo il percorso, saranno accessibili e si collegheranno con il nuovo percorso pedonale secondo un concetto di sistema della mobilità autonoma.

Il nuovo progetto, che implementa e integra quello complessivo di riqualificazione e si realizza con un investimento di 150.000 euro, si pone altresì l’obiettivo di omogeneizzare questi nuovi percorsi con quelli già esistenti, realizzati nel corso delle riqualificazioni delle piazze Gioberti e Roversi, e del tratto dello stesso viale Umberto I compreso tra via Mameli e via Codro, costruito nel 2008. Il progetto è realizzato nell’ambito di Reggio Emilia città senza Barriere del Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Farmacie comunali riunite.

 

HANNO DETTO – “L’obiettivo – spiega l’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti, che coordina il progetto Reggio Emilia città senza Barriere – è far sì che il tracciato, che da corso Garibaldi arriva allo storico ponte di San Pellegrino sia arricchito con tracciati continui, armonizzati e omogenei tali da offrire piena fruibilità di tutte le persone, con particolare attenzione alle persone con disabilità. Questo tipo di intervento realizzato in alcune precedenti riqualificazioni, nella Passeggiata Settecentesca assume una qualità e una funzionalità più organiche, continuative su tutto il percorso di un paio di chilometri. Come ripetiamo sempre, i luoghi adatti alle persone con disabilità, sono luoghi più accoglienti, comodi e migliori per tutti per costruire una città veramente ospitale”.