Si è tenuto ieri, giovedì 2 settembre, un incontro a distanza con il Ministero del Lavoro, la Regione Emilia Romagna e i curatori del fallimento Seci, durante il quale si è convenuto di sottoscrivere un accordo di Cassa Integrazione Straordinaria per cessazione attività della durata di 12 mesi con decorrenza retroattiva al 5 luglio 2021, data in cui il Tribunale di Bologna ha decretato il fallimento di Seci, Holding della famiglia Maccaferri.
Tale accordo permette a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici ancora in forza di avere un
ammortizzatore sociale anche con copertura retroattiva, evitando così vuoti retributivi e
contributivi. Il periodo coperto dalla CIGS andrà oltre il 31 dicembre 2021, data della fine
dell’esercizio provvisorio prevista dal Tribunale di Bologna fino al 4 luglio 2022.
Con questo accordo, viene inoltre recepito e fatto proprio un impegno già sottoscritto con la
Regione Emilia Romagna sulle politiche attive del lavoro che riguarderà i circa 50 lavoratori ancora in forza a Seci in fallimento, attraverso i centri per l’impiego, con corsi di
formazione/aggiornamento professionale, redazione di CV individuali e azioni volte a favorire la ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori nelle imprese del territorio.
“Dobbiamo segnalare le difficili condizioni (sia per noi che per le lavoratrici e i lavoratori) in cui si è svolto il confronto con l’azienda fallita – spiega una nota di Fiom Cgil Bologna – la retribuzione di giugno bloccata dal fallimento e, soprattutto, con la consapevolezza di essere stati, tutte e tutti, trascinati nel disastro del crollo dell’ “impero Maccaferri”, definito subito dal sindacato “una Parmalat in salsa bolognese”.
Solo grazie alla determinazione e alla tenacia dei lavoratori e del loro sindacato, dimostrata
durante tutti questi mesi e nelle vertenze riguardante tutte le aziende del gruppo – conclude Fiom Cgil Bologna – siamo riusciti a ottenere questo accordo e questa tutela per le persone che rappresentiamo”.