Tornano i concerti “sospesi” di Suoni dai balconi, la rassegna da seguire con il naso all’insù nei quartieri popolari di Reggio Emilia. Domani venerdì 27 agosto (ore 18.30) sotto un balcone in piazza San Zenone 4/A, il pubblico potrà ascoltare la musica evocativa e senza tempo di Pietro Mareggini e Ioana Carausu, rispettivamente al flauto dolce e alla spinetta. Un viaggio alla riscoperta della musica antica, suonata con strumenti d’epoca: in programma brani del Seicento europeo, composizioni coinvolgenti e di grande intensità, dalle radici antiche, capaci di toccare l’animo più profondo.
Musicisti professionisti, Pietro Mareggini e Ioana Carausu hanno intrapreso l’attività concertistica in duo o con altre formazioni cameristiche e orchestrali fin dagli anni di studio del Conservatorio. Il loro percorso formativo si è svolto in parallelo, prima con i rispettivi diplomi in clarinetto e pianoforte all’istituto musicale Peri-Merulo di Reggio Emilia, proseguendo con flauto dolce e clavicembalo, frequentando – tra gli altri – il corso di Alta formazione artistica e musicale del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Hanno partecipato a concorsi nazionali e internazionali ottenendo diversi premi (Internazionale di Stresa, Rovere d’Oro). Contemporaneamente hanno fondato l’Ensemble Frau, a organico variabile, prediligendo la musica antica suonata con strumenti d’epoca.
Oltre all’attività solistica tenuta in Italia e all’estero, Mareggini ha collaborato con varie formazioni cameristiche e orchestre, nonché con vari gruppi barocchi come Orchestra Italiana di flauti dolci, Capella Regiensis, Icarus Baroque Ensemble, Concentus Lucensis. Il compositore modenese Mirco Bondi nel 2012 gli ha dedicato un concerto per flauto dolce sopranino e piccola orchestra. Ha partecipato a master tenuti dal M°John Tyson (New England Conservatory Boston). Sempre per il M° Tyson ha realizzato trascrizioni per consort di flauti dolci eseguiti dalla Boston Recorder Orchestra.
Carausu ha collaborato come clavicembalista con diversi ensemble internazionali, partecipando a tournée in Italia, Svizzera, Repubblica Ceca, e svolge attività concertistica in gruppi cameristici o come solista. È docente titolare di Educazione musicale nella scuola secondaria ed è stata formatrice nel progetto MusicaER (formazione musicale dei docenti di scuola primaria dell’Emilia-Romagna). Nel 2011 è stata Presidente della Commissione del Concorso “Romanian International Music Competition” di Tokyo. Nel 2013 è stata invitata come relatore scientifico all’ International Musicology Symposium nell’ambito del Festival Enescu di Bucarest.
I concerti “sospesi” proseguiranno venerdì 10 settembre (ore 18.30) al rione Don Pasquino Borghi con Mirco Ghirardini, Gianluigi Paganelli e Valentino Spaggiari, che suoneranno rispettivamente il clarinetto, la tuba e il trombone.
La quarta edizione di Suoni dai balconi, rassegna musicale itinerante, è promossa da Associazione culturale Pocket (quelli di Tipo Magazine) in collaborazione con Arci e Idee di gomma, con il contributo di Acer Reggio Emilia e del Comune di Reggio Emilia e con il sostegno di Capelli Service, all’interno del cartellone di Estate popolare e di Restate 2021. Quattro date in altrettante zone residenziali popolari della città, con una formula di ascolto inedita quanto il contesto: gli artisti si esibiranno dai balconi come su un palcoscenico, mentre il pubblico assisterà al concerto con il naso all’insù. Il programma musicale, che va dalla musica contemporanea alla classica, passando per la musica popolare, anche quest’anno è affidato al maestro Mirco Ghirardini.
«In un momento storico così complesso – spiegano gli organizzatori di Suoni dai balconi – tornare nei quartieri è fondamentale per ricostruire quel senso di vicinanza sociale e centralità della relazione che si è perso con le misure di distanziamento dovute alla pandemia. Il linguaggio dell’arte, in particolare quello della musica, si è rivelato strumento privilegiato per interpretare e qualificare lo spazio urbano dei quartieri reggiani come crocevia di istanze culturali e relazionali, oltre che architettoniche e urbanistiche. Portare l’arte in angoli della città meno conosciuti e frequentati vuole essere un invito a ritrovarci, nel segno della musica e nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria. Un’occasione per riallacciare relazioni e promuovere il confronto interculturale e intergenerazionale».