Prosegue l’iter di definizione del nuovo Piano urbanistico generale (Pug) che fa della sostenibilità, del contrasto ai cambiamenti climatici e dell’attrattività del territorio i capisaldi per costruire il futuro della nostra città. Il Pug, piano previsto dalla Legge Urbanistica dell’Emilia-Romagna, andrà a sostituire i vigenti strumenti urbanistici (il Psc-Piano strutturale comunale e il Rue-Regolamento urbanistico edilizio) con l’obiettivo di sostenere i processi di rigenerazione e sviluppo del territorio senza, tuttavia, apportare nuovo consumo di suolo agricolo. A ottobre, dopo l’assunzione da parte della giunta comunale, tutti gli elaborati che costituiscono il Pug verranno pubblicati per 60 giorni durante i quali sarà possibile presentare osservazioni. A seguire, entro i primi mesi del 2022, se ne prevede l’adozione in Consiglio comunale, mentre la definitiva approvazione è prevista per l’autunno 2022.
“La definizione del Pug rappresenta un’occasione per accelerare quei processi che contribuiscono a rafforzare un modello di crescita della città più sostenibile e inclusivo, agganciato alle previsioni dell’Agenda 2030. In particolare, l’urgenza determinata dal contrasto ai cambiamenti climatici richiede di compiere scelte di pianificazione ed azioni concrete nell’immediato anche a scala locale, non come rinuncia, ma piuttosto come straordinaria opportunità per rinnovare il nostro modello di sviluppo, rendendolo più competitivo e sostenibile – spiega il vicesindaco con delega a Rigenerazione urbana e Area vasta Alex Pratissoli (foto) – Il Pug, in tal senso, offre il proprio contributo di lettura della città e definizione delle priorità per il futuro, insieme ad una serie di altri Piani e progetti che l’Amministrazione comunale di Reggio Emilia ha elaborato e sta definendo, e che coinvolgono tutti i suoi diversi ambiti di competenza: dalla mobilità all’ambiente, dalla salute alla formazione, dallo sport al turismo”.
Il Pug è frutto di un’intensa attività di confronto con la città e le sue istanze di rilevanza economica, sociale e ambientale, iniziata alla fine del 2019 che ha portato alla creazione di specifici tavoli di lavoro con enti ambientali, sindacati, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, associazioni del mondo agricolo, ordini professioni, Regione e Provincia.
In questa prima fase sono stati elaborati una serie di documenti (a disposizione sul sito del Comune di Reggio Emilia), che sintetizzano il quadro conoscitivo della città e la sua diagnosi al fine di valutarne punti di forza e debolezza, le linee strategiche del Pug e la disciplina normativa.
GLI OBIETTIVI E LE SFIDE DEL PUG – Il Pug persegue due macro obiettivi: la rigenerazione urbana, intesa come unica opportunità per far crescere e rinnovare la città, scindendo definitivamente il binomio sviluppo-consumo (consumo di suolo, energia, acqua, pesticidi e fertilizzanti) che ha caratterizzato il periodo del boom edilizio e demografico; e la cura della città e della comunità intesa come gestione e qualificazione della città pubblica. La nuova sfida è, infatti, prima ancora di creare nuove dotazioni territoriali, rendere efficienti, accessibili e polifunzionali quelle esistenti; ma è anche la cura della comunità, dei suoi bisogni e aspettative, partendo dalle profonde trasformazioni sociali in atto.
Le direttrici di sviluppo, al fine di raggiungere questi obbiettivi, corrispondo invece alle principali sfide del Piano, che definiscono il senso e le priorità per la crescita della città.
La prima è rappresentata dalla neutralità climatica. Scegliere di tenere insieme l’alta capacità produttiva del nostro territorio, un contesto climatico sfavorevole comune a tutta la pianura padana, e una sfida, tanto ambiziosa, quanto urgente, come quella del contrasto ai cambiamenti climatici, significa compiere, col Pug, una svolta definitiva nella direzione di una maggiore qualità e sostenibilità della vita, nonché creare le premesse per un ulteriore sviluppo dell’economia locale.
La seconda sfida è rappresentata dalla gestione e qualificazione dei beni comuni che concorrono a innalzare il livello di qualità della vita: la salute pubblica, gli spazi comuni, le reti, ma anche i tanti servizi territoriali da quelli culturali, ai trasporti, alla gestione dei rifiuti. Il Piano urbanistico, in maniera integrata con i piani e servizi di settore, dovrà essere in grado di offrire risposte ai bisogni mutevoli di una comunità in continua trasformazione: cambia infatti il modello di città, orientato verso la rigenerazione, ma cambia anche la sua popolazione, che non cresce più da ormai 10 anni e vede ridursi di quasi il 5% la popolazione straniera e contemporaneamente invecchia (+10% della popolazione over 80 e -20% quella under 6), mentre le famiglie monopersonali sono oggi il 36%.
La terza sfida è rappresentata dall’attrattività come elemento chiave per una politica urbana che vuole favorire la promozione di investimenti sul territorio ad alto valore aggiunto, occupabilità e sostenibilità.
LA GESTIONE DEL PIANO – Due sono gli elementi principali, funzionali per la successiva fase di attuazione del Piano, che fin da subito sono stati presi in considerazione nell’elaborazione del PUG.
Innanzitutto la semplificazione delle procedure, intesa non come banalizzazione delle norme ma come accelerazione dei processi che coinvolgono soprattutto gli apparati tecnici e tecnologici del Comune. Nello specifico, contestualmente all’approvazione del PUG, si procederà alla completa digitalizzazione dei processi di ricevimento e restituzione delle richieste di intervento edilizio, per ridurre i tempi e i costi attraverso una soluzione condivisa sull’intero territorio regionale.
Il secondo aspetto riguarda la legalità: il Piano, infatti, mette in valore e rinnova ulteriormente i protocolli e gli strumenti già a disposizione per contrastare le infiltrazioni mafiose nel settore edilizio. In particolare, le azioni che si stanno sviluppando in accordo con la Prefettura e la Provincia riguardano: l’applicazione dell’informativa antimafia ad una casistica di interventi ancora più ampia rispetto a quella attuale, già particolarmente restrittiva se confrontata con la Legge regionale, ricomprendendo tutte le manutenzioni indipendentemente dall’importo delle opere; il controllo con informativa antimafia dei passaggi di intestazione dei titoli edilizi; la diffusione dell’utilizzo del marchio white list come condizione per poter realizzare interventi rilevanti sulla città.