Si è concluso l’incontro pubblico di presentazione del Piano Territoriale Metropolitano che ha visto la partecipazione di Barbara Casagrande Direttrice generale per l’edilizia statale e abitativa e gli interventi speciali del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, del sindaco metropolitano Virginio Merola, del consigliere Marco Monesi, della vicesindaca di Bologna Valentina Orioli, dei sindaci Maurizio Fabbri (Castiglione dei Pepoli), Roberto Parmeggiani (Sasso Marconi) e Luca Borsari (Pieve di Cento); del direttore dell’Area Pianificazione territoriale della Città metropolitana Alessandro Delpiano e la responsabile del PTM Mariagrazia Ricci, dei consulenti Mauro Baioni e Tommaso Bonetti.
È stata un’occasione di dialogo sul ruolo fondamentale del Piano Territoriale Metropolitano che fa dei programmi di rigenerazione il suo strumento attuativo principale.
Proprio per favorire e stimolare processi di rigenerazione la Città metropolitana di Bologna ha presentato oggi al convegno MappaBol, la piattaforma interattiva dedicata alla mappatura dell’offerta e della domanda di spazi dismessi da rigenerare nei comuni del territorio metropolitano.
Un vero e proprio censimento sempre aggiornato delle principali strutture, pubbliche e private, dismesse e/o sottoutilizzate, che agevola i Comuni e le Unioni nella definizione di Programmi metropolitani di rigenerazione, previsti dal Piano Territoriale Metropolitano (PTM), per l’utilizzo delle risorse del Fondo perequativo metropolitano.
Attraverso la registrazione alla piattaforma è possibile:
- segnalare aree o edifici dismessi, pubblici o privati, descrivendo in apposite schede le informazioni utili ad eventuali interventi di rigenerazione;
- integrare le schede già esistenti con i dati mancanti;
- valutare le caratteristiche degli immobili censiti, esprimendo eventualmente un possibile interesse per futuri riusi.
Al centro dell’incontro di oggi sono stati poi i progetti di rigenerazione, da quelli già finanziati dal Bando Periferie, che ha visto per la prima volta 31 Comuni uniti per fare rigenerazione con tempi di progettazione e realizzazione davvero insoliti (15 i progetti terminati in soli 4 anni), alle proposte candidate al Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare-PINQuA.
La partecipazione al PINQuA è per la Città metropolitana una concreta occasione di sperimentazione sui programmi di rigenerazione, tre proposte legate da una strategia complessiva, 27 gli interventi previsti per un importo complessivo di 45 milioni di euro.
L’abitare innovativo e inclusivo è l’obiettivo della proposta unitaria metropolitana per il Programma ‘Qualità dell’abitare’ e in questo contesto la rigenerazione non è solo un’alternativa ma è la prospettiva necessaria per dare forma alla strategia e adeguare il territorio metropolitano ai profondi cambiamenti che investono il nostro tempo per intercettare i nuovi bisogni del territorio.
Un grande lavoro di squadra quello che ha portato alla candidatura del progetto metropolitano, che ha coinvolto attivamente l’intero territorio, dando spazio e possibilità anche ai Comuni minori che per ragioni demografiche sono spesso esclusi dai bandi sulla rigenerazione.
“La sperimentazione del PTM sul tema della rigenerazione urbana è già iniziata – ha sottolineato il consigliere metropolitano Marco Monesi – stiamo infatti lavorando alle linee guida sulle rigenerazione urbana di supporto ai Comuni e alle Unioni per la predisposizione dei PUG e dei Programmi metropolitani di rigenerazione. Attendiamo fiduciosi il 20 luglio e la pubblicazione dell’esito della selezione dei progetti presentati al PINQuA e ringrazio la dottoressa Casagrande per l’apprezzamento espresso a proposito della qualità delle proposte candidate dalla Città metropolitana“.
“Le azioni concrete raccontate oggi – ha concluso il sindaco metropolitano Virginio Merola – dimostrano la capacità di creare sinergie tra Comuni, Unioni e Città metropolitana, tra pubblico e privato, con obiettivi comuni e regole omogenee per la gestione del territorio. Si fa spazio un nuovo modo di interpretare l’urbanistica che non mette più al centro la crescita quantitativa delle città ma la qualificazione degli spazi pubblici e privati con un’attenzione rinnovata alla qualità della vita e al benessere dei cittadini. Potenziamento dei servizi, rigenerazione degli spazi sono le chiavi di volta per uno sviluppo equilibrato e sostenibile per tutto il territorio. Ora bisogna ragionare in modo strutturato e continuativo per la rigenerazione”.