È stato presentato oggi il XXIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. L’indagine ha preso in considerazione 291 mila laureati, di cui 19.234 dell’Università di Bologna: 10.065 di primo livello, 6.962 magistrali biennali e 2.156 a ciclo unico (i restanti sono laureati del corso pre-riforma in Scienze della Formazione primaria o in altri corsi pre-riforma).

L’Alma Mater conferma ancora una volta la sua elevata attrattività, con una percentuale di laureati fuori sede doppia rispetto alla media nazionale e con dati molto alti anche per quanto riguarda i laureati internazionali. Molto buoni anche i risultati relativi alla condizione occupazionale, che offrono dati superiori alla media nazionale in molti indicatori. Prosegue anche il trend di crescita dei livelli di soddisfazione per l’esperienza universitaria nel suo complesso.

“Le azioni messe in campo in questi anni sulla qualità della didattica e sul miglioramento dei servizi agli studenti trovano un chiaro riscontro in questi nuovi numeri, a partire dal dato sulla soddisfazione complessiva dei nostri laureati, che è in costante crescita e arriva quest’anno al 91,1%“, commenta la professoressa Eugenia Rossi di Schio, delegata per l’inserimento nel mondo del lavoro. “Ora, dobbiamo essere pronti a raccogliere le nuove sfide che arrivano dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale, dall’emergenza sanitaria, climatica ed ambientale: occorre valorizzare le competenze trasversali e gli approcci multidisciplinari“.

 

IL PROFILO DEI LAUREATI UNIBO

Dai dati sul profilo dei laureati arriva innanzitutto la conferma della forte attrattività di cui gode l’Università di Bologna. Il 45,6% dei laureati Unibo proviene infatti da fuori regione, quasi il doppio rispetto alla media nazionale che si ferma al 23,5%. In particolare, è fuori sede il 40,2% dei laureati triennali, il 53,9% dei laureati magistrali biennali e il 44,9% dei laureati nei corsi magistrali a ciclo unico. Cresce ancora, inoltre, il numero di laureati con cittadinanza estera, complessivamente pari al 6,2% (erano il 5,6% lo scorso anno): anche in questo caso numeri sopra la media nazionale (che si ferma al 3,9%), con una forte presenza in particolare tra i laureati magistrali (9,7% contro una media nazionale del 6%).

Molto sopra la media nazionale anche i numeri dei laureati in corso dell’Alma Mater: il 67,2% chiude gli studi entro i tempi previsti, mentre la media nazionale si ferma al 58,4%. In particolare, si laurea in corso il 68% di chi si iscrive a un corso di laurea triennale (57,7% la media nazionale), il 68,6% di che sceglie un corso di laurea magistrale biennale (64,3% la media nazionale) e il 60,5% di chi sceglie un corso di laurea magistrale a ciclo unico (48,6% la media nazionale).

Altro punto di forza che emerge dai dati è il numero di laureati che ha svolto un’esperienza di studio all’estero, che arriva al 16% contro una media nazionale che si ferma invece all’11,3%. Tra questi c’è un 12,6% di laureati triennali (8,2% la media nazionale), un 19,6% di laureati magistrali biennali (15,3% la media nazionale) e un 21,4% di laureati magistrali a ciclo unico (16,3% la media nazionale).

Il 91,1% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria all’Alma Mater nel suo complesso. Un dato, questo, in costante crescita: era l’88,7% nel 2018, l’89,7% nel 2019 e il 90,8% nel 2020. In particolare, l’89,1% dei laureati Unibo è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’87,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’82,9% dei laureati le ritiene adeguate. Il 74,7% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 14,4% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

 

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBO

L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 34.660 laureati dell’Università di Bologna. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2015 e intervistati dopo cinque anni.

Considerando i laureati triennali Unibo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (30,2%), a un anno dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 66,7%. Tra gli occupati, il 23,6% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 21,4% ha invece cambiato lavoro; il 55% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 22,7% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 43,8% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). L’10,4% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 23,5% degli occupati.

Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello del 2019, quelli contattati a un anno dal titolo sono 8.848 (di cui 6.798 magistrali biennali e 2.050 magistrali a ciclo unico). Tra questi, il tasso di occupazione è pari al 68,8% (la media nazionale si ferma a 68,1%). Il 19,5% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16,3% ha invece cambiato lavoro; il 64,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 19,7% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 36,6% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 11,3% svolge un’attività autonoma. La retribuzione è in media di 1.312 euro mensili netti.

I laureati Unibo del 2015 contattati a cinque anni dalla laurea sono invece 7.345 (di cui 5.444 magistrali biennali e 1.796 magistrali a ciclo unico). Tra questi, il tasso di occupazione è pari all’89,7% (87,7% il dato nazionale). Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 54,4%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 18%. Svolge un lavoro autonomo il 17,5%. Il lavoro part-time coinvolge il 12,8% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.530 euro mensili netti. Ma dove vanno a lavorare? Il 73,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20,4% nel pubblico. La restante quota (6%) lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 75,2% dei laureati occupati, mentre l’industria ne accoglie il 23,4%; l’1,1% lavora nel settore dell’agricoltura.