Nei prossimi giorni partiranno i lavori per l’ampliamento della zona 30 al comparto Torrenova, nella quale la velocità massima consentita è di 30 chilometri orari. E sono in corso di progettazione anche quelle delle vie Cannizzaro, Corni-Cattaneo, Forlì-Faenza e Sacca ovest, come previsto dal Piano della mobilità d’emergenza del Comune e dagli obiettivi di breve periodo del Pums 2030.
Lo ha annunciato l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 10 giugno, rispondendo all’interrogazione trasformata in interpellanza del M5s presentata da Giovanni Silingardi sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno relativo agli interventi urgenti sulla rete ciclabile approvato insieme al Pums 2030 dal Consiglio comunale lo scorso luglio, su proposta del M5s. L’ordine del giorno, che aveva ricevuto anche il voto a favore di maggioranza, Lega Modena e FI (contro Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) chiedeva la realizzazione immediata di quanto previsto nel Piano della mobilità d’emergenza e di valutare la fattibilità di una corsia ciclabile su strada in viale Amendola, via Don Minzoni, via Gobetti (sino all’incrocio con via Vignolese), via Fratelli Rosselli, via Fanti e via delle Suore. Il documento invitava, inoltre, alla predisposizione di nuove zone 30 e a introdurre nel centro storico il “senso unico eccetto bici”, previa verifica di fattibilità.
L’assessora ha spiegato che “sono in corso le progettazioni di tutti gli interventi compresi nel Piano della Mobilità d’emergenza e le relative attuazioni sono in corso in funzione dei finanziamenti. Con le risorse del contributo regionale ‘Bike to work per la fase 3 del Covid-19’ – ha proseguito – sono stati realizzati i percorsi ciclabili d’emergenza nelle vie Tagliazucchi-Grimelli, Emilia ovest (tratto Sant’Agostino-viale Italia) e in strada Morane, mentre il cantiere di estensione della zona 30 di Torrenova è di prossima attivazione. Sulle nuove ciclabili d’emergenza – ha aggiunto – sarà inoltre avviata a breve una campagna di comunicazione volta a chiarirne il corretto utilizzo”. I collegamenti ciclabili emergenziali lungo viale Buon Pastore, via Marconi-via Luosi, via Emilia ovest-comparti industriali nord e sud del Piano di Mobilità emergenziale “sono invece oggetto di approfondimento – ha precisato – alla luce delle precisazioni normative intervenute relativamente alle corsie ciclabili, che ne limitano l’uso promiscuo solo a brevi tratti”. Filippi ha spiegato che, anche sugli assi stradali di viale Amendola, via Don Minzoni, via Gobetti, via Fratelli Rosselli e via Fanti, sarà valutata la possibilità di introdurre corsie ciclabili coerenti con la normativa e che non determinino una riduzione dell’efficienza del trasporto pubblico presente. Per ciò che riguarda via delle Suore, nel tratto compreso tra strada Sant’Anna e il cavalcavia Cialdini, è già prevista la realizzazione di un primo tratto che verrà completato contestualmente allo sviluppo urbanistico ed edilizio di edifici industriali limitrofi, mentre sul restante tratto sono in corso valutazioni tecniche.
Filippi ha quindi ricordato che il Comune di Modena ha ottenuto anche un finanziamento pari a 911 mila euro dal Governo per la mobilità ciclabile: “In quest’ambito – ha affermato – sono in fase di avanzata definizione nuove ciclabili, il miglioramento dell’accessibilità pedonale e ciclabile con l’istituzione di nuove zone 30, nuove aree pedonali e ciclabili in centro storico e l’individuazione di spazi in centro storico, per l’installazione di depositi protetti”.
L’assessora ha inoltre precisato che, nell’ambito del fondo per la progettazione del Ministero delle Infrastrutture, è stata affidata la progettazione di fattibilità tecnico-economica per la riconnessione ciclopedonale di via Emilia ovest (Bruciata-area industriale Modena ovest) e per il superamento ciclopedonale delle cesure ferroviarie Darsena-centro storico. Sempre con lo stesso contributo saranno a breve affidati i progetti dei percorsi ciclopedonali Modena-Nonantola-tratto Cavo Argine-Ponte Navicello; San Cataldo; strada Vignolese; riconnessione Cognento-via Giardini; riconnessione della frazione di Lesignana all’area urbana di Modena; percorso di distribuzione all’interno dell’area industriale di Modena nord. E, ancora, nell’ambito della candidatura al Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità), in attesa di finanziamento, è stata inserita la ricucitura dei collegamenti ciclabili sull’asse Canaletto-Darsena-Nonantolana (via Nonantolana nel tratto Due Canali-Ciro Menotti e riconnessione Darsena-Canaletto).
Rispetto ai sensi unici eccetto bici in centro storico, infine, l’assessora ha sottolineato che “in centro è già prevista una revisione dei sensi unici per garantire una maggior linearità dei percorsi ciclabili”.
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO
L’interrogazione del M5s sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno relativo alla mobilità d’emergenza approvato dal Consiglio comunale lo scorso luglio è stata trasformata in interpellanza e sono intervenuti diversi consiglieri.
Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, ha colto l’occasione per richiamare le dichiarazioni dell’amministratore di Amo Andrea Burzacchini che ha definito “contraddittorie” e tali da “mettere in difficoltà i cittadini modenesi”. In particolare, per la consigliera, da un lato Burzacchini invita “a ridurre gli spazi per le auto così da disincentivare i modenesi a spostarsi in auto”, dall’altro “chiede maggiori risorse perché il trasporto pubblico è insufficiente. Come si devono muovere in città i cittadini modenesi – ha chiesto – di qui a quando avremo un trasporto pubblico locale efficiente?”.
Giovanni Bertoldi di Lega Modena si è detto d’accordo: “Le dichiarazioni di Burzacchini sono discutibili: invita a creare ostacoli agli automobilisti per impedire l’utilizzo delle auto; non importa che non esista un Tpl efficiente. Il punto – ha aggiunto – è che o si crea un trasporto pubblico di livello oppure la gente preferirà sempre l’auto”. Rispetto alle corsie ciclabili su carreggiata, il consigliere ha parlato di “situazioni di grande pericolo per i ciclisti nell’uso promiscuo: corsie realizzate con segni a terra aumentano i chilometri dedicati alla mobilità dolce ma non sono vere e proprie ciclabili, che per me devono essere in sede propria”.
Paola Aime dei Verdi ha evidenziato la necessità di un “cambio di visione culturale. In altre realtà europee – ha aggiunto – probabilmente i cittadini sono abituati a rispettare le regole, a differenza dei modenesi: è vero che stringendo le strade costringiamo le auto ad andare più piano, ma i limiti vanno rispettati. Nei progetti e nella visione di città futura, con più spazio e più rispetto per i pedoni e i ciclisti, ci immaginiamo automobilisti che, pur continuando a usare le auto, rispettino le regole e pongano più attenzione agli altri. L’inversione di abitudini – ha ribadito – è necessaria e indispensabile per la sicurezza di tutti e per la tutela ambientale”.
Per Diego Lenzini del Pd, “il fatto che a Modena arrivino meno risorse per il trasporto pubblico rispetto a Parma questo Consiglio lo denuncia dal 2018 e lo ha riportato in almeno due ordini del giorno, uno dei quali unanime”. Il consigliere ha quindi precisato che “non vanno penalizzate le auto tout court, ma vanno rese più competitive le alternative e, dal momento che la carreggiata stradale è la stessa, è inevitabile sacrificarne parte destinata alle auto privilegiando il Tpl. Lo stesso – ha concluso – vale per le piste ciclabili”.
Per il M5s, Andrea Giordani ha posto l’attenzione sulla manutenzione delle piste ciclabili: “Ci sono diverse zone piuttosto critiche e spero che ci si metta mano, come ad esempio dove sono presenti paletti e panettoni che rendono più difficoltoso il passaggio di ciclisti e pedoni”. Secondo il consigliere, sulle nuove corsie ciclabili servirebbe una “maggiore attenzione alla segnaletica: se questa venisse ripetuta in più punti rispetto a quella attuale sarebbe una indicazione più efficace per ciclisti e pedoni al fine di un corretto uso delle corsie”.
Nella replica, il consigliere interrogante Silingardi ha sottolineato che “sul tema mobilità sostenibile è necessaria una coerenza di fondo: la mozione approvata dal Consiglio – ha precisato – prevede di liberare spazio dalle auto per far posto alle bici. Se vogliamo incentivare la mobilità ciclabile dobbiamo far posto alla mobilità di emergenza con questo tipo di ciclabili in sede promiscua che non sono state inventate a Modena e che, secondo noi, rappresentano la mobilità del futuro”. Per il consigliere “la mobilità di emergenza va ulteriormente sviluppata e spiegata: tutti i cittadini devono essere messi in condizione di comprendere bene la scelta di utilizzare gli spazi urbani in maniera diversa rispetto al passato”.