Unimore prosegue nel suo impegno che fin dal principio la vede coinvolta in importanti attività di ricerca e di analisi sulle tematiche connesse alla pandemia: è di questi giorni, infatti, la comunicazione dei progetti selezionati in risposta al bando “Fisr 2020 – Covid – prima fase” che vede l’Ateneo affermarsi a livello nazionale, con ben cinque progetti ritenuti meritevoli di finanziamento, due dei quali con coordinamento proprio di Unimore.
Il bando, emanato dal Ministero per l’Università e la Ricerca, richiedeva la presentazione di progetti scientifici finalizzati ad affrontare le nuove esigenze e questioni sollevate dalla diffusione del virus SARS-Cov-2 e dell’infezione Covid-19. Alla scadenza dei termini fissati sono state presentate, per le tre Aree previste dall’Avviso (Life Sciences; Physics and Engineering; Social Sciences and Humanities), ben 2.559 proposte progettuali, sottoposte alla valutazione di 1.300 esperti indipendenti da cui sono state acquisite ben 8.136 valutazioni.
Al termine di tale processo, appena conclusosi, sono stati approvati e ammessi al finanziamento 183 progetti, per un importo complessivo pari a quasi 10 milioni di euro.
In particolare, tre erano gli obiettivi del bando FISR 2020: la risposta all’emergenza, sviluppando soluzioni relative alla fase di espansione della pandemia; la gestione della riorganizzazione delle attività e dei processi; la prevenzione del rischio, sviluppando soluzioni volte a contrastare e contenere gli effetti di eventuali future pandemie.
Due dei progetti Unimore approvati rientrano nell’area denominata Life Sciences, e tre nell’area Social Sciences and Humanities: ciò evidenzia la flessibilità e la completezza della ricerca scientifica in ambito Unimore, in grado di affrontare un fenomeno drammatico e complesso come la gestione e la prevenzione del Covid-19 da diverse angolazioni e prospettive.
La conformazione dei progetti evidenzia altresì la capacità di Unimore di attrarre e promuovere collaborazioni con altri importanti Atenei e con una istituzione chiave per la gestione del Covid-19 e, più in generale, della salute pubblica nazionale come l’Istituto Superiore di Sanità.
A proposito di quest’ultima collaborazione, in particolare, soltanto tre sono risultati i progetti in ambito nazionale approvati dal Ministero e che hanno visto la partecipazione di tale Istituto: due di questi progetti sono, appunto, quelli coordinati da Unimore nell’ambito Life Sciences: ciò conferma il rapporto particolarmente stretto tra Unimore e ISS nel campo della lotta alla pandemia Covid19.
I progetti approvati nell’area Life Sciences sono Epicellular e AMICA.
Epicellular-Covid19 sarà coordinato dal Prof. Marco Vinceti, epidemiologo della Sezione di Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze Unimore e docente di Igiene e Sanità Pubblica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, in collaborazione con il Prof. Sergio Teggi, docente di Ingegneria Ambientale e Sanitaria presso il Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari Unimore, e con l’Unità di Epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma.
Obiettivo del progetto Epicellular è consolidare l’analisi degli spostamenti individuali, valutati attraverso i movimenti dei telefoni cellulari, al fine di valutare l’efficacia delle misure restrittive della mobilità nel contenimento di una epidemia a trasmissione aerea come il Covid-19, nonchè i fattori che influenzano la risposta da parte della diffusione dell’infezione al cosiddetto lockdown.
“Sono inevitabilmente molto contento del favore accordato al nostro progetto Epicellular, frutto di una stretta collaborazione BMN-DIEF Unimore e ISS – dichiara il Prof. Vinceti -, tenuto conto delle grandi opportunità che sembrano nascere dall’utilizzazione dei cosiddetti Big Data – comprendente nel nostro caso oltre ai dati della telefonia mobile anche quelli sull’inquinamento e la meteorologia generati da stazioni terrestri e satellitari – nello studio dei fenomeni sanitari, e in particolare delle modalità di sviluppo e contenimento di questa gravissima epidemia dovuta al coronavirus SARS-CoV-2”.
Il progetto AMICA (Argument Mining in Covid-19 Articles), dal canto suo, ha come obiettivo l’estrazione automatica di argomenti nella letteratura scientifica legata al Covid-19 con tecniche di intelligenza artificiale e analisi del linguaggio naturale. Il progetto verrà guidato dal Prof. Marco Lippi, Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso il Dipartimento di Scienze e Metodi per l’Ingegneria e docente di Data Science and Management presso il Corso di Ingegneria Gestionale presso la Sede di Reggio Emilia.
Il progetto vede anche la collaborazione del Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, e dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma con il suo Centro Nazionale per le Tecnologie Innovative in Sanità Pubblica.
“Siamo molto soddisfatti che il progetto AMICA sia stato finanziato – afferma il Prof. Lippi – dal momento che affronta un problema molto concreto e urgente per la comunità scientifica, che necessita di soluzioni efficienti e innovative, che crediamo possano essere sviluppate soltanto dall’unione di competenze dell’ambito tecnologico e di quello medico.”
Tre sono stati, infine, i progetti che vedono impegnata Unimore insieme ad altri Atenei approvati dal Ministero nell’area tematica cosiddetta ‘Social Humanities’
Il primo di essi vede il coordinamento dell’Unità Unimore da parte della Prof.ssa Alessia Cadamuro, Associata di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze. Si tratta del progetto ToMSS, svolto in collaborazione con l’Università di Verona e finalizzato a indagare il benessere psicologico di bambini e adulti durante la pandemia da COVID-19 e a sviluppare training educativi volti a potenziare la resilienza attraverso la Teoria della Mente e il sostegno sociale. Questa proposta progettuale è la prima a fornire evidenze empiriche su training specifici per preservare il benessere psicologico durante una pandemia e nella fase di superamento. I protocolli dei training saranno altresì messi a disposizione di enti pubblici locali per l’implementazione in situazioni pandemiche.
Delle “nuove competenze dei docenti universitari al tempo dell’emergenza” si occupa il progetto “Foster – Formare gli studenti alla resilienza”, coordinato per Unimore dalla Prof.ssa Anna Dipace e dalla Prof.ssa Antonella Lotti, Associate di Pedagogia Sperimentale rispettivamente presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane e presso il Dipartimento Chirurgico, Medico e Odontoiatrico.
L’idea progettuale muove dalla necessità di indagare gli effetti che situazioni di emergenza possono avere sugli stati cognitivi ed emotivi degli studenti universitari con le relative ricadute in termini di profitto e di successo formativo. La capacità degli studenti di fare fronte alle difficoltà reali ricorrendo alle proprie abilità di coping e all’adozione di uno stile resiliente possono essere direttamente correlate alle capacità/competenze dei docenti di adottare stili di insegnamento, strumenti e strategie didattiche (in presenza e a distanza) che possano supportare gli studenti nell’adozione di formae mentis resilienti di fronte a situazioni di improvvisa emergenza.
Il progetto RESTART, infine, vede coinvolti per Unimore il Prof. Michele Tiraboschi, Ordinario di Diritto del Lavoro presso il Dipartimento di Economia “Marco Biagi” e il Dott. Emanuele Dagnino, Ricercatore presso il medesimo Dipartimento.
Il progetto ha come obiettivo l’elaborazione di linee guida per la gestione del lavoro nella fase pandemica che, grazie alla analisi delle potenzialità e delle criticità dell’esperienza dei protocolli stipulati dalle parti sociali e a livello aziendale, consentano di approntare le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori nella fase attuale, ma anche per prevenire potenziali rischi futuri a lungo o a breve termine. Tali linee guida, supportate da una banca dati delle prassi negoziali occorse negli ultimi mesi, sono dirette ad individuare le condizioni ottimali per la garanzia dei diversi diritti e interessi in gioco, anche al fine di creare un clima di fiducia tra le parti coinvolte e nel mondo produttivo in generale.
“L’ottimo risultato del nostro Ateneo nel bando FISR 2020 – afferma il Magnifico Rettore Unimore, Prof. Carlo Adolfo Porro – è una notizia che ci rende particolarmente soddisfatti, non solo perché consente ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici, anche in dialogo con alcune tra le più importanti istituzioni universitarie e di ricerca italiane, di portare avanti progetti di estrema rilevanza scientifica, ma anche perché premia e conferma l’impegno continuo di Unimore sulle tematiche connesse alla pandemia.”
È di febbraio scorso, peraltro, la pubblicazione del volume “Emergenza Covid-19: impatto e prospettive” curato per Mucchi proprio dal Prof. Carlo Adolfo Porro, Rettore Unimore, e dal Dott. Pierluigi Faloni, già Prefetto di Modena, che mette a fuoco alcuni aspetti rilevanti dell’impatto del COVID-19 sul territorio modenese attraverso la lente di discipline diverse, grazie al coinvolgimento di studiosi e studiose di Unimore dallo spiccato profilo internazionale.
“Come comunità accademica – continua il Rettore Porro – sentiamo forte l’esigenza di contribuire con tutti i mezzi a nostra disposizione ad un’analisi del fenomeno pandemico che consenta di elaborare strategie in grado di rispondere alle nuove istanze che una tale situazione ha indubbiamente creato. Solo un’azione corale e condivisa può portare benefici tangibili: in questo senso si è mosso e continuerà a muoversi il nostro Ateneo.”