Può sembrare paradossale, ma la ripartenza degli esercizi di ristorazione è ostacolata da un problema inatteso: la difficoltà di reperimento del personale. In altre parole, i candidati per lavorare in cucina, al bancone del bar e tra i tavoli di pub e ristoranti scarseggiano. Ma non solo quelli: anche le industrie caratterizzate da una attività stagionale faticano a trovare addetti.
“Si tratta di una situazione – racconta Alessio Vandelli, portavoce dei ristoratori associati a CNA – che rischia di complicare non poco l’attività delle imprese, soprattutto di farlo molto più di quanto accaduto in passato”.
“Nella nostra attività – prosegue Vandelli – è sempre capitato che non si accettassero lavori che presupponevano impegno la sera e nelle festività, ma è un fatto che, a queste giustificazioni oggi se ne aggiungano altre. Ad esempio, il timore di nuove chiusure, che renderebbe il rapporto lavorativo ancora più incerto. Ma hanno un peso rilevante anche misure come il reddito di cittadinanza ora sono un disincentivo in più: sono numerose le motivazioni al rifiuto del posto di lavoro che fanno riferimento alla volontà di non perdere questo tipo di sostegno”.
“Il che impone la necessità di rivedere la struttura complessiva sui cui si reggono questi ammortizzatori – aggiunge Alberto Papotti – oltre che le fasi di controllo”.
“Siamo assolutamente consapevoli della necessità di misure di sostegno che consentano di affrontare le situazioni sociali più delicate, ma oggi più che mai serve una sburocratizzazione dei meccanismi di assunzione e di distribuzione dei sostegni. Ma servono anche controlli per evitare che la concessione di queste sovvenzioni finisca per diventare un disincentivo all’occupazione”
“Nessuno chiede una liberalizzazione totale in questo ambito, tantomeno sul livello degli stipendi, ma semplicemente norme che incentivino l’occupazione, anche attraverso controlli mirati, su segnalazione delle imprese, che mettano in evidenza le incongruenze tra la fruizione degli ammortizzatori e il rifiuto dei posti di lavoro. In altre parole, non bisogna nascondersi dietro al fatto che di frequente queste misure di sostegno siano utilizzate come pretesto per non lavorare, e questo è francamente inaccettabile, anche perché vanno nella direzione di limitare le risorse per chi ne avrebbe davvero bisogno. Da questo punto di vista, anche la figura dei navigator, i cui incarichi di collaborazione conferiti da Anpal Servizi sono stati prorogati fino a fine anno, sono una risposta insufficiente alle misure di politiche attive del lavoro, rappresentando una soluzione, magari condivisibile nelle intenzioni che non ha certo risposto alle attese”.