I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito
un’ordinanza di interdizione dall’esercizio della professione a carico di un avvocato del
foro felsineo, già denunciato nell’ambito dell’operazione “Big Five” per favoreggiamento
personale e infedele patrocinio.
Il legale era stato nominato difensore da uno degli indagati emersi nell’ambito di una vasta
operazione antidroga che, nel 2017, aveva condotto le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia
economico-finanziaria di Bologna al sequestro di 5,2 kg di cocaina purissima (che, una
volta “tagliata” e venduta al dettaglio, avrebbe reso oltre 1,5 milioni di euro) e di 20 mila
euro in contanti, nonché all’arresto, in flagranza, di 3 responsabili.
I successivi riscontri hanno consentito di ricostruire le fila di un’associazione a delinquere
dedita al traffico internazionale di stupefacenti, artefice, fra il mese di ottobre del 2016 e
quello di marzo del 2017, dell’importazione di oltre 35 kg di cocaina.
Pertanto, a giugno del 2018 la Procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Sostituto Procuratore – Dott.ssa Antonella Scandellari, aveva chiesto e ottenuto dal G.I.P. l’emissione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite sia in Italia che all’estero.
Come emerso dalle intercettazioni telefoniche, l’Avvocato, a conoscenza dei provvedimenti
restrittivi in quanto difensore di uno degli arrestati, si era attivato per avvisare gli altri
catturandi dell’ordinanza a loro carico, sebbene non ne fosse il legale (qualità che, peraltro,
aveva attestato falsamente al Magistrato inquirente). Veniva in tal modo agevolata la fuga
dall’Italia di almeno due narcotrafficanti (poi dichiarati latitanti), fra cui il promotore stesso
dell’organizzazione criminale.
Il professionista, denunciato per favoreggiamento personale e infedele patrocinio, nel 2020
era già stato colpito da un provvedimento di sospensione dall’esercizio della professione,
poi annullato dal Tribunale del Riesame in sede di appello e divenuto nuovamente esecutivo
il 22 giugno 2020, a seguito di opposizione da parte dell’Autorità Giudiziaria felsinea.
L’Avvocato ha quindi presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione che, nel rigettarlo, lo scorso 3 maggio ha definitivamente confermato la sospensione dall’esercizio della professione forense per la durata di 1 anno e condannato l’interessato al pagamento delle spese processuali.
L’attività testimonia l’impegno costantemente profuso dalla Guardia di Finanza nel contrasto
al traffico di sostanze stupefacenti e a quanti, abusando della propria posizione, agevolano
a qualunque titolo l’attività dei narcotrafficanti, contribuendo ad arricchirne le “finanze” a
discapito della salute dei cittadini, soprattutto di quelli giovani e, spesso, più indifesi.