La Città metropolitana, con il via libera definitivo ottenuto oggi in Consiglio, ha approvato il primo Piano Territoriale Metropolitano in Italia aprendo a tutti gli effetti un’inedita stagione urbanistica incentrata su rigenerazione e perequazione. Si conclude così l’iter, avviato a febbraio dello scorso anno, del Piano Territoriale Metropolitano-PTM che entrerà in vigore a tutti gli effetti il 26 maggio con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale (BURERT).
Cinque le sfide individuate dal nuovo strumento di pianificazione metropolitano: tutela del suolo (contrasto alla dispersione insediativa e salvaguardia gli ecosistemi), sicurezza (per le persone e per il territorio, considerando gli effetti della crisi climatica), inclusione e vivibilità (contrasto alle fragilità sociali, economiche e demografiche), attrattività sostenibile (rafforzare e qualificare in chiave sostenibile reti e nodi metropolitani per attrarre investimenti), Appennino, via Emilia e Pianura un solo territorio (coesione territoriale e fondo di perequazione).
Rafforzare la coesione territoriale attraverso l’istituzione del Fondo perequativo metropolitano, è la sfida che meglio rappresenta l’aspetto innovativo di questo Piano. Una gestione condivisa delle quote di consumo di suolo e una ripartizione solidaristica del 50% degli oneri urbanistici. Si tratta di circa 10 milioni di euro all’anno che entreranno nel Fondo e che andranno a finanziare programmi di rigenerazione urbana a sostegno di interventi di manutenzione del territorio, fruizione turistica, riattivazione del patrimonio pubblico dismesso, rafforzamento delle strutture culturali, valorizzazione di attività produttive a basso impatto, realizzazione di infrastrutture per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio.
Tutti gli aspetti sulla gestione delle risorse economiche, le modalità di ripartizione saranno affidati a un Regolamento del Fondo perequativo metropolitano che approderà prossimamente in Consiglio per l’approvazione.
Per sancire la condivisione delle scelte e la convergenza delle strategie di pianificazione e ribadire la centralità del PTM nel quadro della pianificazione regionale è stato approvato un accordo territoriale tra Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna che attesta la piena coerenza tra il PTM e gli obiettivi della Legge urbanistica regionale, dando merito del percorso assolutamente sperimentale che ha condotto all’approvazione del Piano.
“Oggi abbiamo concluso l’iter di approvazione del più importante strumento di pianificazione della Città metropolitana – dichiara il sindaco Virginio Merola – Ora parte una nuova stagione urbanistica che riassumo con uno slogan: il suolo serve alla natura. Infatti il PTM concentra tutte le politiche nella rigenerazione delle aree dismesse, per tutelare il suolo agricolo e naturale. E non posso che essere orgoglioso del fatto che tutti insieme abbiamo deciso di condividere il 50% degli oneri urbanistici a favore dei territori più fragili. La solidarietà rimane la colonna portante della Città metropolitana di Bologna, a prescindere dai colori politici. Ringrazio per questo straordinario risultato tutti i Sindaci che hanno lavorato con generosità e professionalità nell’anno più difficile. Le attività che abbiamo svolto in questi 5 anni hanno certamente avuto effetti visibili sui campi di cui ci siamo occupati, dalle scuole alle strade, dal turismo ai fondi Fsc, dai servizi sociali a insieme per il lavoro, dalle ciclovie all’agenda metropolitana e a tantissime altre. Ma se pensiamo alla eredità che lasciamo a chi presto verrà al nostro posto, dobbiamo pensare ai Piani che abbiamo redatto, perché questi sono gli strumenti che contengono sia la nostra visione del futuro che gli attrezzi con cui operare. E Il Piano Territoriale è uno degli strumenti che più potrà offrire quel cambiamento di cui abbiamo sempre più bisogno”.
“La Città metropolitana – sottolinea il consigliere delegato Marco Monesi – avvia una nuova stagione per la pianificazione territoriale di Bologna metropolitana che considerati i grandi mutamenti in atto, che interessano l’economia e la società nel suo complesso, dia corso ad una fase di rilancio dello sviluppo delle imprese e dell’economia, in attuazione del principio di sostenibilità e di equità, anche attraverso le entrate del Fondo perequativo metropolitano, unitamente alle risorse nazionali e regionali, finanzierà Programmi metropolitani di Rigenerazione nei territori caratterizzati da fragilità sociale, economica e demografica, rafforzando in questo modo la coesione territoriale e il proprio ruolo di Ente propulsore di politiche e azioni concrete per la rigenerazione urbana. Servirà per compensare quelle comunità che invece di urbanizzare il proprio territorio, lo preservano per fornire servizi ambientali quali acqua, aria, cibo”.
Il Piano Territoriale Metropolitano e l’Accordo territoriale sono stati approvati con 11 voti a favore (Pd e Rete Civica), 2 astenuti (Marta Evangelisti-Uniti per l’Alternativa e Dora Palumbo-Indipendente) e il voto contrario di Erika Seta (Uniti per l’Alternativa).
Il percorso del PTM
- Febbraio 2020 – approvazione degli obiettivi strategici da parte del Consiglio metropolitano
- Marzo-Maggio 2020 – consultazione preliminare: interviste a tutti i 55 Sindaci e ai Consiglieri metropolitani, somministrazione di un questionario ai Consiglieri comunali, consultazione delle forze economiche e sociali attraverso un sito web dedicato, e incontri specifici con le 7 Unioni di Comuni e con i Comuni non in Unione
- Luglio 2020 – assunzione della proposta di PTM da parte del sindaco metropolitano Virginio Merola
- Luglio-Dicembre – fase delle osservazioni
- 23 Dicembre 2020 – adozione del Piano da parte del Consiglio metropolitano
- Gennaio-Marzo 2021 confronto con la Regione Emilia-Romagna nell’ambito dei lavori del Comitato Urbanistico Regionale
- 18 Marzo 2021 parere favorevole della Regione con proposta di modifiche non sostanziali recepite dalla Città metropolitana
- 12 Maggio 2021 – approvazione in Consiglio metropolitano
- 26 Maggio 2021 – pubblicazione sul BURERT ed entrata in vigore
Le cinque sfide del PTM
- Tutelare il suolo
Contrastare la dispersione insediativa e salvaguardando gli ecosistemi.
– Creazione di una unica disciplina delle trasformazioni in territorio rurale
– Centralità alla funzione agricola e limitazione alle trasformazioni urbane in zona agricola
– Protezione degli ecosistemi naturali
– Consumo di suolo massimo del 3% rispetto all’attuale suolo urbanizzato, che vuol dire circa 770 ettari in 30 anni (2050): (25 ettari all’anno, rispetto ai 250 ettari l’anno spesi dal 1990 al 2020)
- Garantire sicurezza
Mettere in sicurezza il territorio e le persone, considerando gli effetti della crisi climatica
– Contrastare le FRAGILITÀ TERRITORIALI aumentando la resilienza in materia di rischio sismico, e contro i fenomeni di esondazione dei corsi d’acqua
– Protezione degli insediamenti da frane e dissesto idrogeologico
– Creare migliori condizioni di adattamento ai cambiamenti climatici
- Assicurare inclusione e vivibilità
Contrastare le fragilità sociali, economiche e demografiche
Policentrismo. Assumere il ruolo dei centri, definito in base alla presenza di servizi e della mobilità sostenibile, come criteri per l’ammissibilità di nuove trasformazioni. Priorità alla rigenerazione e all’ERS.
Il 3% del nuovo consumo di suolo per residenza può essere localizzato solo nei centri dotati dei servizi alla persona (scuole, servizi sanitari, commercio, ecc,) e dei servizi di mobilità sostenibile del PUMS (Servizio Ferroviario Metropolitano, ecc.)
- Attrarre investimenti sostenibili
Promuovere l’attrattività e l’accessibilità, rafforzando e qualificando in chiave sostenibile reti e nodi metropolitani.
– Accrescere l’attrattività per imprese e lavoratori assicurando investimenti privati sostenibili, innovativi ad alto valore aggiunto, per il rilancio dei 4 Hub metropolitani (Martignone, Altedo, San Carlo, Imola), 28 poli produttivi sovracomunali, e 26 poli funzionali
– Valorizzare la specificità del sistema produttivo e attrarre nuovi investimenti nei Comuni montani attraverso uno specifico sistema produttivo della Montagna
– Razionalizzare e concentrare gli insediamenti logistico-produttivi principali negli hub metropolitani, oltre che all’Interporto e all’Aeroporto di Bologna.
- Appennino, via Emilia e pianura: un solo territorio
Rafforzare la coesione territoriale istituendo il fondo di perequazione metropolitano, gestendo in modo condiviso le quote di consumo di suolo e ripartendo solidaristicamente le risorse economiche per il 50% degli oneri urbanistici, per un totale stimato circa di 10 milioni di euro all’anno. Le risorse vanno a finanziare i Programmi di rigenerazione urbana.
Tutti i documenti del Piano approvato saranno consultabili e scaricabili da domani sul sito dedicato