Con la notte appena trascorsa, si è conclusa la prima fase del collaudo funzionale della Cassa di espansione del Panaro, nel modenese.
Le attività, avviate mercoledì 28 aprile, hanno permesso di raggiungere il livello di 6 metri e mezzo d’acqua incamerata nell’invaso grazie all’afflusso naturale del fiume. In totale, si tratta di 3 milioni 400 mila metri cubi: una capacità conseguita venerdì scorso, 30 aprile, in seguito a due giorni di invaso.
“Si tratta del livello massimo previsto per la prima prova sperimentale- spiega l’assessore regionale a Difesa del suolo e Protezione civile, Irene Priolo- a cui faranno seguito altre due via via sempre più impegnative per quantità d’acqua trattenuta, fino all’ultima da oltre 23 milioni di metri cubi. Nella settimana che ci lasciamo alle spalle i tecnici di Aipo hanno svolto le attività di ispezione, il monitoraggio piezometrico e le misurazioni di controllo inerenti il manufatto principale”.
Tra mercoledì e giovedì si è inoltre tenuto il sopralluogo della Commissione di collaudo, formata dall’ingegner Giuseppe Marmo della Direzione nazionale dighe, dalla professoressa Lisa Borgatti dell’Università di Bologna e dal professor Stefano Orlandini dell’Università di Modena e Reggio Emilia che hanno verificato il corretto svolgimento delle prove.
A seguito dei dati raccolti, la Commissione elaborerà una relazione tecnica che sarà fondamentale anche per stabilire i parametri della seconda fase delle prove di invaso.
Dalla mattina di oggi, quindi, sono iniziate le operazioni di svuotamento della Cassa. Come previsto, l’acqua è fatta defluire lentamente, circa 5 centimetri all’ora, fino al ritorno alle condizioni di normalità.
“Esprimo soddisfazione per il positivo andamento dello step d’avvio del collaudo che si è concluso senza intoppi- conclude Priolo-. A tutti gli operatori impegnati sul campo va un ringraziamento per il prezioso lavoro svolto, reso possibile dal gioco di squadra tra AIPo, Agenzia regionale di protezione civile ed enti locali”.