“Avevamo ragione – affermano le Segreterie territoriali Filt/Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti , Ugl/Fna e Faisa/Cisal Modena -. Anche se inascoltati da circa un anno l’annuncio, nella serata di ieri, da parte del tavolo di coordinamento provinciale tenuto dal Prefetto di Modena della retromarcia sulle fasce differenziate negli orari di ingresso e di uscita per le scuole è un chiaro ed evidente successo della nostra iniziativa”.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl/Fna e Faisa/Cisal criticano anche il mancato coinvolgimento dei sindacati in seno al tavolo di coordinamento prefettizio previsto dal DPCM del 3 dicembre 2020.
“L’esito di ieri mostra chiaramente che non si possono imporre determinate scelte gestionali ed organizzative che riguardano servizi così complessi e di tale importanza quali quelli educativo/scolastici e del trasporto pubblico e del loro conseguente intreccio e le ricadute sulla cittadinanza tutta senza coinvolgere le organizzazioni che quelle persone e quei lavoratori rappresentano e senza ricercare congiuntamente le possibili e più idonee soluzioni operative.
Non si possono imporre senza un’adeguata condivisione e preparazione scelte così impattanti come quelle emerse una decina di giorni fa e iniziate lunedì scorso sulle nuove fasce orarie scolastiche e la conseguente rideterminazione del servizio di trasporto pubblico. La retromarcia di ieri ne è la prova”.
“I sindacati del settore dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl/Fna e Faisa/Cisal – prosegue la nota – rappresenteranno questa posizione ai rispettivi livelli confederali al fine di sostenerla al tavolo convocato dalla provincia di Modena per lunedì 3 maggio. Le organizzazioni sindacali di categoria chiedono di essere coinvolte in ogni futuro passaggio, anche auspicabilmente a livello del tavolo di coordinamento prefettizio, per ricercare e trovare tutte le condizioni operative migliori per il personale e per la qualità del servizio offerto a studenti e cittadinanza, anche e soprattutto in prospettiva del nuovo anno scolastico visto che quello 2020/2021 volge ormai al termine.
Contestualmente e analogamente chiediamo che Seta, in qualità di azienda fornitrice del servizio di trasporto pubblico locale, cambi rotta rispetto alle politiche sin qui attuate e adottate e agisca al fine di creare le migliori condizioni operative e normative possibili.
E’ un fatto che la situazione attuale sia certamente stata aggravata dal contesto pandemico, ma non possiamo dimenticare che i mali dell’azienda di trasporto pubblico locale hanno radici purtroppo consolidate e più volte denunciate e rappresentate dalle organizzazioni sindacali.
Ci riferiamo ai mali storici dell’azienda modenese, ovvero la sottocapitalizzazione della stessa e la conseguente incapacità (o ridotta capacità) di generare investimenti, la carenza di organico strutturale, gli straordinari strutturali e imposti, nonché i turni spesso irrispettosi della normativa contrattuale, tutte situazioni che cagionano il profondo e ormai conclamato disagio del personale dell’azienda.
A ciò si aggiunge l’irrisolta condizione del personale cosiddetto neo-assunto (anche se il termine è chiaramente desueto riferendosi al personale assunto da Seta dopo il 2012) che ancora oggi si trova senza una normativa contrattuale specifica.
E’ necessario dunque un cambio di passo definitivo e strutturale anche su questo punto. E’ in atto in queste ore una trattativa serrata con la direzione aziendale.
I lavoratori di Seta e del trasporto pubblico locale non possono più aspettare. Questi lavoratori hanno diritto a condizioni di lavoro dignitose e a un contratto integrativo degno di questo nome”.
“Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl/Fna e Faisa/Cisal hanno già più volte detto e ribadito l’importanza strategica di questo servizio e sottolineato più volte, anche in coro con i rappresentanti politici locali e dell’azienda stessa, la profonda dedizione e professionalità del personale, soprattutto nel tragico contesto in cui lo stesso si è trovato ad operare nell’arco dell’ultimo anno.
E’ giunto il momento che questa professionalità e questa dedizione trovino il loro giusto riconoscimento e la loro giusta dignità con un contratto e con condizioni di lavoro degne di questo nome” concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl/Fna e Faisa/Cisal.