“Un filo nuovo per collegare arte e tradizione umanistica con cultura scientifica e innovazione, con l’obiettivo di creare una struttura capace di cucire insieme il lavoro di chi si occupa di cultura umanistica, con quello di chi lavora su scienza, intelligenza artificiale, innovazione educativa”. È il progetto che si sta sviluppando con Ago Modena Fabbriche culturali secondo l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi che oggi, giovedì 4 febbraio, proprio in occasione dell’avvio della nuova programmazione dell’istituto, ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione della consigliera Enrica Manenti (M5s) che chiedeva di fare il punto su diversi aspetti del progetto, dalla governance alle sinergie sviluppate o in programma tra partner e istituti culturali, sia sotto il profilo delle collaborazioni sia riguardo alle tecnologie disponibili.

Bortolamasi ha ricordato come le linee strategiche della programmazione siano state concordate dal gruppo di lavoro insediato a novembre 2020, che vanno in direzione di dare ad Ago rilevanza nazionale e internazionale, facilitando il confronto e la condivisione tra tutti i soggetti operanti sul territorio, tra i quali gli istituti culturali del Comune: Biblioteche, Archivio storico e Musei civici, coinvolti pienamente nel progetto. Nel frattempo, lo strumento più opportuno per far evolvere Ago da progetto a soggetto unitario è in fase di studio e approfondimento, e sarà al centro di incontri nelle prossime settimane, con in prospettiva l’allargamento strutturale della governance (Comune, Fondazione di Modena e Unimore) anche al ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo.

Accanto al coinvolgimento dei partner culturali del territorio, Ago, ha annunciato l’assessore, stringerà collaborazioni su progetti con attori particolarmente qualificati. Nel 2021 prenderanno forma, tra le altre, collaborazioni con l’Istituto nazionale di fisica nucleare (che condivide con Ago la missione di public education), Fondazione nazionale della Danza (con un progetto site specific), Fondazione Collegio San Carlo e “DIG” Festival internazionale sul giornalismo d’inchiesta.

Rispondendo a un altro quesito della consigliera Manenti, Bortolamasi ha ricordato che la produzione culturale di Ago beneficia anche di programmi paralleli gestiti dal progetto Fem e dal progetto Digital Humanities. Grazie agli accordi di collaborazione fissati in protocolli d’intesa tra il Comune, l’Università, Fem e DHmore, sono stati digitalizzati fondi storici importanti del patrimonio modenese: le cronache Spaccini, il fondo Campori, il fondo musicale e la cartografia delle Gallerie Estensi. saranno disponibili al pubblico e agli studiosi grazie a una piattaforma in uso a DHmore, che con Ago inaugura proprio oggi su internet la biblioteca digitale “Lodovico”.

Manenti, inoltre, interrogava riguardo a eventuali formule di sostegno dei giovani artisti e più in generale degli operatori culturali, provati duramente dalla pandemia. L’assessore, dopo aver ricordato gli sforzi anche finanziari raddoppiati per tener vivo in una situazione drastica un settore che è anche lavoro ed è imprescindibile per la salute della comunità, si è soffermato sull’impegno del Comune di Modena nei circuiti Gai (Giovani artisti italiani) e Gaer (Giovani artisti dell’Emilia-Romagna) che danno servizi, organizzano opportunità formative e promozionali a favore dei giovani che operano nei campi della creatività, delle arti e dello spettacolo, con iniziative permanenti o temporanee che favoriscano la circolazione di informazioni e di eventi, sia a livello nazionale sia internazionale, incentivando il rapporto tra la produzione artistica giovanile e il mercato.

Nella replica la consigliera Manenti si è dichiarata soddisfatta “soprattutto per il nuovo contesto di Ago illustrato nella risposta, nella speranza che sia davvero nuovo e che lo sforzo di cucire patrimoni, competenze, pubblici diverse, educazione, parte della nostra essenza, possa continuare e portare dalla collaborazione all’integrazione tra istituti”. La consigliera ha affermato, quindi, che un primo segnale positivo “viene proprio dal programma di iniziative appena presentato”.